Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori, cantava De Andrè. Così in un immaginario quasi apocalittico, in una discarica, prende forma l'umanità. Nel suo essere grottesco. Gli invisibili, gli intoccabili, quella parte di società che è lasciata a se stessa, sono loro a raccontare la propria tragicità, paradossalmente comica.
Malosti dissacra gli stereotipi, come è nel suo stile, li deride, rendendoli sempre più reali. Una madre disperata per la sorte del figlio e per il mancato arrivo dell'amante. Tutto normale se non fosse per il forte accento del sud, per il suo abbigliamento da prostituta, la gestualità estrema.
Un uomo in coda allo sportello dell'INPS, che diventa la sua croce, l'emblema della sua follia.
Un padre che compiange il suicidio del figlio, ma finisce nel trasformarsi in travestito, indossando gli abiti da vita del morto.
Sacre rappresentazioni moderne, che danno voce a un'umanità che non si riscatta mai. Come caste indiane, che quando nasci invisibile non puoi diventare altro e neanche i tuoi eredi.
Ardua la sfida di unire quattro testi distinti, ma riuscita e confermata anche dai numerosi e meritati applausi.
Malosti gioca con la parola, ne ricerca l'origine popolare e la riporta aulica. Misti di dialetti che danno uno spaccato dell'Italia da nord a sud.
Sullo sfondo di una Torino solo evocata e non direttamente individuabile, prende forma un tetro Golgota della periferia contemporanea in cui si consuma il dramma di personaggi alla continua ricerca di sé stessi.
Interessante nel complesso, ma davvero lunghe, le due ore e quaranta di spettacolo.
Per un teatro di parola come quello di Tarantino, a determinare un buon esito vi è anche l'ingrediente dalla lunghezza della messa in scena: come si sa spesso i flussi di parola, più che attrarre distraggono, correndo il rischio di perdere qualcuno tra la prima e la seconda parte, ma soprattutto determinando alti cali di attenzione.
Difficile mantenere l'attenzione per l'intera durata soprattutto nella prima parte fino all'intervallo. Un pubblico non abituato, ma anche i più scafati, hanno avuto attimi di di cedimento.
Diviso in due spettacoli o con monologhi ridotti avrebbe reso molto di più e messo in maggiore evidenza le capacità recitative degli attori che sicuramente ne hanno non poche.
Fonderie Teatrali Limone, Moncalieri - 15 maggio 2009
Visto il
al
Eleonora Duse
di Genova
(GE)