Prosa
RE LEAR

La scenografia, semplice ma a…

La scenografia, semplice ma a…
La scenografia, semplice ma al contempo ricercata, ci accoglie come una piazza che emerge dal palcoscenico, coinvolgente e vicina, in piena tradizione shakespeariana. Ed è su questa piazza che si dipanano le intricate e celeberrime vicende di Re Lear e delle sue tre figlie, colme di passioni, amori e tradimenti. Come spesso accade Shakespeare è maestro nel rappresentare l’uomo, in tutte le sue frastagliate sfaccettature, con eccezionale acume e profondità. Ciascuno dei personaggi rappresenta a suo modo un tratto caratteriale, ma non soltanto. Si colora di sfumature, che lo rendono unico, vero. La rappresentazione prosegue con grande aderenza al testo originale, su toni alti, ricercati, talvolta solenni. Le parole stesse dei personaggi appaiono auliche e maestose, cariche non solo del proprio significato ma anche di un suono che si sovrappone alla comunicazione, e ne diviene parte. Il ritmo è serrato e accompagna lo spettatore lungo il percorso di Re Lear dall’ipocrisia alla realtà, dal torpore alla veglia e, purtroppo, anche al dolore, fino alle soglie della pazzia. L’accompagnamento acustico è puntuale e coinvolgente, mai sopra le righe, ma sempre accanto alla scena, come a sottolinearne e quasi anticiparne i più sottili mutamenti. Grande prova corale da parte degli attori: Eros Pagni, in particolare, si supera in un’interpretazione straordinaria, capace di rappresentare ogni piccolo sussulto di un personaggio di incredibile complessità.
Visto il
al Biondo (Sala Grande) di Palermo (PA)