Lirica
RIGOLETTO

Bologna, teatro Comunale, “Ri…

Bologna, teatro Comunale, “Ri…
Bologna, teatro Comunale, “Rigoletto” di Giuseppe Verdi CHE FINE HA FATTO LEO NUCCI? La stagione lirica 2008 – 09 del Comunale di Bologna è stata caratterizzata da una serie di problematiche di origine finanziaria che, oltre suscitare ampie polemiche sindacali, culturali, politiche e mediatiche, ha alterato l’originaria programmazione, suscitando le ire degli abbonati e del pubblico. Prima la cancellazione di due titoli, tra i più attesi, a stagione iniziata (sostituiti poi con due allestimenti della scuola dell’Opera), poi lo sciopero indetto dalle maestranze per molte (quasi tutte) rappresentazioni della Gazza ladra, infine le proteste che hanno investito il Soprintendente Tutino sulla gestione del Teatro. Tutta l’attenzione e le aspettative erano rivolte al Rigoletto e, soprattutto, al suo protagonista: il celebre baritono bolognese Leo Nucci. Nucci è Rigoletto, dopo averlo cantato oltre quattrocento volte, negli anni, in tutti i teatri del mondo. Così il pubblico della Prima al Comunale ha goduto, ascoltando il baritono, accolto da ovazioni degni di una star, il quale ha accontentato anche gli spettatori concedendo ben due bis. Così speravano anche gli abbonati e la folla che riempiva come non mai il Teatro bolognese la sera del 5 maggio, ma purtroppo è stata accolta all’ingresso con un volantino: il baritono Leo Nucci ammalato e sostituito. Il ruolo è stato ricoperto da Ivan Inverardi, tutt’altra cosa rispetto all’annunciato protagonista. Inverardi, oltre a poca presenza scenica, ha rivelato una voce nasale nei registrimedio e basso, discreto in alto. Ha cantato in maniera decorosa ma in modo piatto e incolore. Il Duca di Mantova di Roberto Aronica, dotato di una voce possente ma accompagnata da suoni malfermi; già dal primo atto dava l’idea di non amalgamarsi con le altre voci, creando una brutta sensazione uditiva; non meglio il seguito dell’opera, gli acuti del terzo atto non sono stati affrontati in modo soddisfacente. La migliore della serata si è rivelata Olga Peretyatko nel ruolo di Gilda: ha affrontato il suo ruolo in modo più che dignitoso e ha dimostrato di affrontare il personaggio verdiano con la grinta che si conviene, oltre a ottima presenza scenica e grande intensità espressiva. Bravo Riccardo Ferrari (Sparafucile), voce robusta anche se non ampia; insignificante la Maddalena di Rossana Rinaldi. Tra i vari comprimari c’è da segnalare la bella voce ampia e gradevole di Raffaele Costantini nella parte del Conte di Ceprano. L’allestimento di Giancarlo Cobelli fu ideato per il Comunale di Bologna nel 1989 e poi allestito nel 2004; nonostante sia datato, riveste sempre un particolare fascino (ripreso da Ivo Guerra), una sorta di omaggio reverente alla tradizione. Ma in ogni caso questo Rigoletto al di là dell’impatto rassicurante che offre al primo sguardo, non può dirsi spettacolo “tradizionale”, frutto com’è di un percorso meditativo letterario e artistico tale da proiettarlo in una dimensione personale e non facilmente riproducibile. Innanzitutto la tinta: ha un colore connotante scuro, ottenuto non semplicemente con il ricorso all’elemento scenografico e agli effetti (per altro assai efficaci) di luce creati da Andrea Oliva, ma anche e soprattutto attraverso alcune trovate (pensiamo alla rabbia esibita dal protagonista che veste in solitudine i panni del giullare, sulle note dell’Ouverture) e su un ritmo narrativo serrato tale da offrire, nell’insieme, l’immagine del dramma incombente. Oppure proprio per sottolineare il libertinaggio del Duca di Mantova, l’opera si apre con una festa nel palazzo ducale, festa che presenta alcune invitate semi-nude. Le ballerine che ballano in fondo alla scena, e che il pubblico vede anche riflesse in grandi specchi, sono in topless e i ballerini a torso nudo, la festa ingloba così anche un clima orgiastico con ragazze pronte a concedersi agli invitati del duca. Al fascino complessivo dello spettacolo contribuiscono, indubbiamente, le scene di Paolo Tommasi, che rimandano agli sfarzi di casa Gonzaga nel primo atto, evocando immagini del Mantegna; quindi ricavano effetti di prospettiva accattivanti nel secondo, prima di immergerci, sul finale, nel pallore delle nebbie padane, in un clima decisamente affascinante. Sul podio il maestro Bruno Bartoletti ha diretto egregiamente l’Orchestra del Comunale, sia rispettando i tempi che riuscendo a dare a questa un’ottima tinta verdiana, senza gli eccessi in cui si ricade sovente. Unica perplessità su alcuni eccessi d’impatto sonoro che hanno coperto alcune voci (anche sulla debolezza delle voci stesse); nel complesso una prova di grande valore. Ottima prova anche del coro diretto da Paolo Vero. Il teatro era al tutto esaurito, ma il pubblico si è rivelato freddo e diffidente, oltre che severamente critico nei confronti di alcuni cantanti. Visto a Bologna, teatro Comunale, il 05 maggio 2009 Mirko Bertolini
Visto il
al Comunale - Sala Bibiena di Bologna (BO)