Recanati (MC), piazza Giacomo Leopardi, “Rigoletto” di Giuseppe Verdi
OMAGGIO A GIGLI
Le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Beniamino Gigli hanno spaziato, per mesi, dalla cultura allo sport. Per quel che concerne la musica l'evento è “Rigoletto” di Giuseppe Verdi, il cui duca di Mantova è stato uno dei cavalli di battaglia del tenore recanatese. E la piazza del Comune di Recanati, che due giorni prima ha ospitato la Banda della Polizia, è uno scenario ambientale particolarmente suggestivo. Il regista Daniele Rubboli, collaboratore dell'Accademia Opera Festival di Cagli (nel cui teatro l'allestimento è stato messo in scena lo scorso mese di giugno), ha curato una edizione estremamente rispettosa del libretto, ai limiti della banalità, utilizzando un'attrezzeria che rimanda alle scene consuete (il trono per il secondo atto, una porta in ferro per il primo e il terzo). Nel quadro d'inizio è tutto un salutarsi stringendosi le mani in modi poco rinascimentali, movimenti poco fluidi che caratterizzeranno tutta la recita. Il leitmotiv è la personificazione della maledizione, una ballerina vestita di nero, con gli occhi pesantemente bistrati ed il volto terreo che entra in scena con Monterone e fa qualche apparizione nelle scene successive, muovendosi con fare serpentino, come una lingua di fuoco ed alla fine trionfa, in piedi, sopra un tavolo, inondata di luce rossa.
David Crescenzi non trova una sua cifra interpretativa alla guida dell'orchestra sinfonica Gioachino Rossini e non pone in rilievo le pieghe della partitura; fatica ad imprimere il giusto ritmo, spesso rallenta e, per recuperare, a volte ha guizzi improvvisi di velocità. L'orchestra lo segue in modo routinario, corretti oboe e clarino, poco sicuro il flauto, archi in appiombo e discretamente sonori.
Enrico Giovagnoli è un duca aspro con la voce che si assottiglia pericolosamente in alto, faticando a trovare l'acuto giusto (per la maggior parte non riuscendovi); il legato è piuttosto uno “slegato” e, in una serata di omaggio a Gigli, la mancanza si è sentita maggiormente. Giulio Boschetti è un Rigoletto dall'andamento scimmiesco; la prestazione vocale è muscolare, preoccupandosi maggiormente della potenza dell'emissione che delle variazioni di colore. La Gilda di Rasha Talaat all'inizio fatica a superare la barriera dell'orchestra e, se presto si assestano, questo non basta: la voce è piccola per il ruolo e le difficoltà nelle frasi belcantische sono evidenti, nonostante la buona volontà. Sparafucile (Antonio Marani) ha il viso con graffi che grondano sangue, voce sonora e non scurissima ma il ruolo è affrontato con correttezza. Molto bella la Maddalena dai lunghi capelli neri di Anna Malavasi, meno incisiva dal punto di vista vocale. Deboli i due Ceprano (Feruccio Finetti e Angela Romeo, quest'ultima meglio nel ruolo del Paggio), come anche Marullo (Mattia Campetti) e Borsa (Raffaele Abete). Isabel De Paoli è una Giovanna interessata al guadagno con movenze molto teatrali. Monterone (nome del cantante non in cartellone) ha, in fondo, un ruolo chiave nel plot ed entra in scena accompagnato dal mimo-Maledizione Lavinia Mochi. Con loro il coro del teatro della Fortuna di Fano, preparato da Carlo Morganti.
Qualche goccia di pioggia ha ritardato l'inizio della rappresentazione; piazza gremita e pubblico soddisfatto.
Visto a Recanati (MC), piazza Giacomo Leopardi, il 20 luglio 2008
FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al
Giuseppe Persiani
di Recanati
(MC)