Lirica
RIGOLETTO

Rigoletto in barca

Rigoletto in barca

A chiusura della stagione 2010-2011 la fondazione Arena di Verona propone, per la regia di Arnaud Bernard, un allestimento di Rigoletto, opera assente dal palcoscenico del Filarmonico ormai da 24 anni, che, sebbene sulla carta pareva avesse tutti i numeri per poter essere una produzione di ottima qualità, nella realtà ci è parso, invece, uno spettacolo poco capace di decollare e di trasmettere emozioni.
Alessandro Camera ambienta l'azione in una specie di antico teatro anatomico all'interno del quale, durante il preludio, si eseguono strani esperimenti su di un letto operatorio posto al centro della scena, cui assistono muti e scultorei alcuni nudi maschili. Lo spazio è bipartito: in alto un'altissima biblioteca grigia, scura e polverosa, dotata di una balconata percorribile collegata alla parte inferiore, una struttura lignea a gradoni di legno più chiaro, tramite due scalette mobili.

Dopo un inizio che poteva dare adito ad alcune suggestioni, l'azione procede in maniera tutto sommato tradizionale, anche se condizionata dalla scenografia a cornice fissa. Poco felice la trovata del modellino ligneo simile a quello di un tempietto bramantesco che, aprendosi e mostrando al proprio interno una ripidissima e malferma scala a chiocciola (su cui i cantanti si devono inerpicare), diviene la casa di Gilda, un modellino che, successivamente rimpicciolito e mescolato ad altri riproducenti palazzi rinascimentali, serve poi ai cortigiani nel secondo atto per spiegare al duca l'avvenuto rapimento.
Un barcone al centro del teatro/biblioteca rappresenta, invece, nel terzo atto la casa di Sparafucile, avvolta nelle nebbie del Mincio, da cui i personaggi seguitano ad entrare ed uscire spintonandosi continuamente e con quella serie eccessiva di movenze di cui, nel corso dello spettacolo, non si è certo fatto risparmio.

Per quanto concerne il cast su tutti spicca il duca di Ismael Jordi che, dotato di uno strumento dal timbro chiaro sebbene non strepitoso, ha buona presenza scenica, charoscuri molto curati, acuti solidi e squillanti. Nei panni di Gilda una Stefania Bonfadelli dalla voce duttile e morbida, solida nei centri, ma talvolta poco controllata nella zona acuta e sovracuta. Qualche perplessità in più per il Rigoletto di Alberto Gazale che, dal punto di vista vocale, ha fornito un'interpretazione piuttosto discontinua, mostrando una certa tendenza all'enfatizzazione ed evidenziando qua e là qualche problema di intonazione. Più che discreti lo Sparafucile di Luiz-Ottavio Faria e la Maddalena di Asude Karayavuz. Con loro: Gianfranco Montresor (Monterone), Marco Camastra (Marullo), Raul d'Eramo (Matteo Borsa), Victor Garcia Sierra (Conte di Ceprano), Elisa fortunati (Contessa di Ceprano).

Sul podio Andrea Battistoni dirige con grande energia l'orchestra dell'Arena di Verona imprimendo alla partitura tempi piuttosto serrati, ma sottolineando forse con meno afflato di quanto avesse fatto quest'estate a Macerata i momenti lirici. Abbastanza buona la prestazione del coro areniano.

Teatro con molti posti vuoti, applausi poco più che cortesi del pubblico a fine rappresentazione

Visto il
al Filarmonico di Verona (VR)