Lirica
RIGOLETTO

RIGOLETTO IN BIBLIOTECA

RIGOLETTO IN BIBLIOTECA

Dopo la “Traviata” inaugurale, il Teatro di San Carlo prolunga i festeggiamenti del bicentenario verdiano con “Rigoletto”, titolo che a Napoli mancava da otto anni. Proveniente dall’Arena di Verona, l’allestimento è caratterizzato da un peculiare impianto scenografico ideato da Alessandro Camera. Un unico ambiente incornicia la rappresentazione e consiste in un grande emiciclo, che nella parte superiore è una biblioteca vagamente neogotica con balaustrata praticabile, mentre in quella sottostante, rivestita di legno, ricorda un teatro anatomico. Tale impressione è accentuata dalla situazione mostrata all’alzarsi del sipario: su una sorta di tavolo operatorio, il corpo abbandonato del Gobbo “difforme” viene esaminato, misurato, impietosamente confrontato con un modello dalle perfette proporzioni antropometriche. Lungo l’intero corso dell’azione che segue, i personaggi e gli eventi appaiono come intrappolati in questa dimensione ‘scientifica’, quasi fossero oggetto di un esperimento di laboratorio o di una dimostrazione matematica. Il medesimo contenitore, cupo e incombente, accoglie al proprio interno altre strutture che servono a evocare i diversi contesti della vicenda: la casa di Rigoletto è un piccolo edificio circolare girevole che fa pensare al tempio dello “Sposalizio della Vergine” di Raffaello; all’inizio del secondo atto lo stesso palazzetto ricompare in scala ridotta insieme ad altri modelli architettonici in miniatura a formare una specie di città rinascimentale atomizzata; nel terzo atto l’osteria sulla sponda del Mincio diventa una barca sospesa tra nebbiose banchine. La biblioteca-laboratorio avvolge tutte le azioni e le sottopone a un’implacabile notomia: il dramma è costantemente osservato, sorvegliato, monitorato, e i suoi elementi diventano materiali per una gelida riflessione sulla natura umana e sulle sue ambiguità. All’interno di questo spazio fortemente simbolico, la regia di Arnaud Bernard - che firma anche gli abiti di foggia cinquecentesca - imprime al movimento delle masse e dei protagonisti un passo piuttosto convenzionale.
Di alto livello gli interpreti vocali. Il Duca di Mantova e Gilda ritrovano a Napoli il volto e il metallo, rispettivamente, di Celso Albelo e Desirée Rancatore, che hanno recentemente interpretato i medesimi ruoli sulle tavole del Teatro Verdi di Salerno sotto la bacchetta di Daniel Oren (16-21 aprile 2013). In questa nuova prova i due cantanti confermano le proprie doti vocali e attoriche: Albelo è preciso e generoso, e la Rancatore si fa apprezzare sia nei momenti di virtuosismo, sia nelle pagine più espressive. Notevolissima la prova di Dmitri Hvorostovsky nei panni di Rigoletto: il baritono siberiano, celeberrimo in patria e applaudito sui palcoscenici d’Europa e d’America, conferisce al personaggio eponimo un forte spessore drammatico; la voce è piena e rotonda, e l’interpretazione è dominata da un’energia prepotente che giustifica e scusa l’occasionale platealità dell’emissione. Intorno all’eccellente terzetto sfilano Michail Ryssov (Sparafucile), Daniela Innamorati (Maddalena), Patrizia Porzio (Giovanna), Venteslav Anastasov (Monterone), Christopher Magiera (Marullo), Iorio Zennaro (Matteo Borsa), Felice Tenneriello (il Conte di Ceprano), Miriam Artiaco (la Contessa di Ceprano), Alessandro Lerro (usciere di corte) e Valeria Attianese (paggio della Duchessa). Sul podio Pier Giorgio Morandi, che può vantare una solida formazione e una notevole esperienza internazionale (attualmente è “principal guest conductor” della Kungliga Operan di Stoccolma); la sua lettura è caratterizzata da gesti misurati e fluidi, ma lo stacco dei tempi risulta talvolta non del tutto convincente: gli andamenti lenti appaiono eccessivamente dilatati, mentre quelli veloci non vanno esenti da una certa meccanicità, e ciò produce qualche sfilacciatura nella resa complessiva della partitura. Il coro, diretto da Salvatore Caputo, risponde con duttilità alle sollecitazioni provenienti dalla densa scrittura verdiana.
Il pubblico, foltissimo, ha salutato con entusiasmo questo “Rigoletto” potente e sinistro, che di fatto si può considerare tra gli appuntamenti più prestigiosi e più riusciti della stagione.

Visto il
al San Carlo di Napoli (NA)