Lirica
RIGOLETTO

RIGOLETTO A LETTO

RIGOLETTO A LETTO
Genova, teatro Carlo Felice, “Rigoletto” di Giuseppe Verdi RIGOLETTO A LETTO Rigoletto ha aperto la stagione autunnale del Carlo Felice nell'allestimento del Festival Verdi 2008 (Parma, teatro Regio) già visto nel febbraio scorso ad Ancona e da noi recensito in entrambe le occasioni (minime le varianti a Genova, come l'assenza del canneto sul Mincio nel terzo atto) . La regia di Stefano Vizioli è lineare e pulita e consente di cogliere subito lo svolgimento della vicenda, delineata con una curatissima attenzione al gesto scenico e alle movimentazioni delle masse: il risultato è di grande efficacia, testimoniato dall'attenzione che un pubblico composto in gran parte di bambini ha rivolto ai tre atti. Motivo conduttore delle scenografie di Pierluigi Samaritani (riprese da Alessandro Ciammarughi) è il letto, presente in ciascuno dei tre atti come fil-rouge per collegare i momenti della vicenda: sontuoso, lussurioso e lascivo nella corte di Mantova, povero ma dignitoso nella casa di Gilda, improvvisato pagliericcio nel rifugio di Sparafucile. Il palcoscenico modernissimo del Carlo Felice consente rapidi cambi di scena: particolarmente efficace sul finire del primo atto il passaggio dall'interno della casa di Gilda all'esterno nella via. I costumi sontuosi di foggia rinascimentale sono di Samaritani ripresi da Ciammarughi con l'assistenza di Sonia Salvatori. Carmine Pinto ha diretto l'orchestra del Carlo Felice correttamente, con tempi giusti ma con pochi colori, spesso faticando ad amalgamare solisti, cori e strumenti in buca e talvolta lasciandosi sfuggire il controllo, come nel quartetto del terzo atto. Bene il coro del Carlo Felice, preparato da Ciro Visco. Il Rigoletto di Giuseppe Altomare ha voce bella, molto scura ma non prodiga di colori e sentimenti, risultando efficace ma un poco uniforme. Una rivelazione la Gilda di Barbara Bargnesi, voce estesa e corposa, spessa in ogni registro, agile e sicura nelle colorature, convincente nella recitazione e nell'aspetto: una promessa da seguire con attenzione. Con generosità Altomare e Bargnesi hanno concesso il bis del finale del second'atto sui prolungati ed entusiastici applausi del pubblico. Non convince pienamente il Duca di Armando Kllogjeri: il ruolo è affrontato correttamente ma la voce è nasale ed il timbro non particolarmente seducente; la pronuncia è corretta, però a volte il tenore dà l'impressione di non capire quello che sta cantando; la sua presenza risulta legnosa dal punto di vista attoriale, talvolta non centra la luce, restando in ombra mentre canta. Scura nella voce e avvenente nell'aspetto la Maddalena di Mabel Ledo, a cui la regia fa sempre denudare le gambe. Molto bene lo Sparafucile di Enrico Iori dalla voce cupa, brunita e solida. Meno profondo (e quindi meno efficace) il Monterone di Carlo Di Cristoforo; ottima attrice Patrizia Gentile (Giovanna, che prende i soldi dal Duca per avvicinare Gilda, li sperimenta con un morso e poi li nasconde del reggipetto); corretti Angelo Nardinocchi e Mario Bolognesi (Marullo e Borsa); Federico Bonetti è un giovane Conte di Ceprano, Federica Gatta una seducente Contessa di Ceprano. Con loro il Paggio di Laura Catani e l'Usciere di Alessandro Pastorino. Molto pubblico a teatro, nonostante la recita fosse fuori abbonamento; tantissimi ragazzini con i loro insegnanti, che hanno seguito con interesse e compostezza la recita fino a tarda serata. Tanti applausi durante e alla fine della rappresentazione. Visto a Genova, teatro Carlo Felice, il 30 ottobre 2009 FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al Carlo Felice di Genova (GE)