Lirica
RIGOLETTO

RIGOLETTO PER RINASCERE

RIGOLETTO PER RINASCERE

Parma non ha vissuto mesi tranquilli: gli scandali, la caduta dell'amministrazione comunale, il commissariamento, le nuove elezioni, il buco milionario nel bilancio del teatro Regio e altro. Il Regio è un teatro fatto di persone volenterose e coraggiose che hanno messo in piedi un Festival Verdi contro ogni previsione, consentendo di continuare una tradizione che fa sperare in un futuro, un futuro qualsiasi.

Questo Rigoletto è uno spettacolo storico del Regio di Parma, già ripreso con alcune varianti in anni recenti, non solo a Parma ma anche a Genova e Ancona. La presente edizione non vede il letto al centro di tutto, nelle belle e storicamente fedeli scene di Pier Luigi Samaritani. Nel primo atto il tavolo domina l'interno del palazzo ducale, mentre bui vicoli introducono alla casa di Gilda, occupata da un'essenziale stanzetta che pare ancora più angusta rispetto agli spazi prospettici del palazzo. Nel secondo atto una scalea ricorda le gradinate del teatro Farnese, mentre nel terzo la taverna di Sparafucile si trova all'interno di un torrione rotondo in rovina. I costumi, anch'essi di Pier Luigi Samaritani, sono sontuosi e completano la ricostruzione storica operata con le scene.
La regia di Elisabetta Brusa (annunciata “ricordando Pier Luigi Samaritani) è chiara e lineare nel raccontare la storia e nel descrivere i caratteri come Verdi li ha messi in partitura e libretto.

Daniel Oren ha diretto la Filarmonica Arturo Toscanini con l'impeto che gli è solito, ottenendo un suono meno morbido ma capace di esprimere le vetrature di certi passaggi emotivamente forti. Ottima la prestazione vocale e attoriale del coro del Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani.
Il Rigoletto di Leo Nucci è stato da noi più volte recensito e confermiamo quanto già scritto: una rara adesione dell'uomo e del cantante al personaggio che risulta non solo credibile scenicamente ma in grado di coglierne ogni sfumatura umana con grande suggestione ed emozione. Accanto a lui convince l'ottima Gilda di Jessica Pratt, donna sicura e non fanciulla dubbiosa, la cui voce ha il punto di forza negli acuti saldi e nelle incisive mezze voci. Piero Pretti è un Duca con poco smalto ma in grado di controllare la voce in modo da non strafare, anche se alcuni passaggi risultano al limite. Felipe Bou e Barbara Di Castri sono Sparafucile e Maddalena, non particolarmente in luce. Giusti il Monterone di George Andguladze e il Marullo di Valdis Jansons. Con loro in scena Alisa Dilecta (Giovanna), Patrizio Saudelli (Matteo Borsa), Alessandro Busi (Conte di Ceprano), Leonora Sofia (Contessa di Ceprano e Paggio), Alessandro Bianchini (Usciere di corte).

Il pubblico non ha gremito il teatro: invece, secondo noi, la città deve stringersi intorno al teatro e ritrovarsi dentro esso, premiando gli sforzi del nuovo sindaco e dei tecnici a cui la Fondazione è stata affidata, riconoscendo il lavoro tenace dei dipendenti. Comunque sia, applausi per tutti durante la recita e alla fine, bissata a furor di popolo la chiusura del secondo atto da Nucci e Pratt.

Visto il
al Regio di Parma (PR)