Lirica
ROMéO ET JULIETTE

L'amore è un soffio

L'amore è un soffio

Nato per il luogo irripetibile della Felsenreitschule di Salisburgo, Roméo et Juliette trova sul palco della Scala edifici grigi di pietra che circondano una piazzetta raccolta (scene di Michael Yeargan) che si stempera sul fondo in un paio di strette vie. Lo stile architettonico dominante è il neoclassico ma con contaminazioni, anche contemporanee. Una colonna si impone nello spazio, il fusto scanalato di pietra bianca poggia su un alto basamento quadrangolare ed è coronato da un capitello corinzio: un rimando ai tanti San Sebastiano di pittorica memoria, sensazione confermata durante la serenata, quando Roméo si appoggia al fusto della colonna, offrendosi agli strali dell'amore.

I costumi di Catherine Zuber sono settecenteschi, sontuosi, tutti in colori spenti e polverosi tranne Juliette, in un moderno fucsia che contrasta con il resto e la stacca di netto dal contesto (nella festa iniziale la gonna simula una corolla di fiore coi profili a lustrini d'argento). Costumi che ricreano una continua festa mascherata ad hanno particolari curatissimi, dai pizzi che escono dalle giacche ai manicotti di pelliccia maculata.
Le luci di Jennifer Tipton cercano di differenziare interno ed esterno nei vari atti. Se le scene convincono per il primo e il secondo atto, paiono meno calzanti per il convento, ricreato con un crocifisso sopra un carretto, e per la tomba, tre sarcofagi e un portale rinascimentale (Juliette si stende sopra uno di essi dopo aver camminato nel palco come una sonnambula).

La regia di Bartlett Sher gioca sul contrasto tra i due gruppi familiari, accentuando la tensione e la violenza, a cominciare dallo stupro di una cameriera durante l'ouverture sotto gli occhi indifferenti (e quindi complici) degli astanti, seduti in palcoscenico in modo inquietante con le luci accese in platea. Il resto è calzante con il libretto e facilmente comprensibile per gli spettatori, ma abbastanza prevedibile: i duelli d'odio e i duetti d'amore, colpi di spada per i primi e lunghi baci insistiti per i secondi. Così è l'amore, forse prevedibile, ma vero e totale, quello che non si può evitare anche se distrugge la vita. Quell'amore che se ne va via in un soffio, come il bacio che mima Roméo dopo il riconoscimento notturno con Juliette. Un intesa totale la loro, indissolubile, tanto che Juliette nel finale guiderà la mano di Roméo che stringe il pugnale assassino.

Yannick Nézet-Séguin dirige con giusti tempi e sonorità adeguate uno spettacolo che prevede un solo intervallo a metà del terzo atto, senza il ballo del quarto atto; egli riesce ad imprimere alla partitura una continuità nell'arco narrativo che si traduce in forza teatrale ed incisiva eleganza; la concertazione è ricca di contrasti e giusta nei suoni, mai troppo magniloquente, mai troppo robusta.

Nino Machaidze è una Juliette di grande fascino, che indugia molto in mossettine; la voce è importante e convince maggiormente nei momenti giocosi piuttosto che in quelli drammatici. Vittorio Grigolo è parimenti un Roméo affascinante, prevedibile nella gestualità; la voce è bene usata, attenta alle sfumature e alla flessuosità della partitura (ci è parso di notare nella voce un ingrossamento dell'emissione del tenore, che si traduce in suggestive bruniture e non comporta sforzo nel passaggio all'acuto, sempre sicuro e squillante).
Fra i comprimari si sono segnalati il Tybalt luminoso di  Juan Francisco Gatell (con croce sul petto pallido), la Gertrude nutrice teutonica di Susanne Resmark dalle grandi doti attoriali e il tormentato Frère Laurent di Alexander Vinogradov. Mercutio è Russell Braun, canadese come il direttore.
Con loro Cora Burggraaf (Stéphano), Frank Ferrari (Comte Capulet), Olivier Lallouette (Comte Paris), Ronan Nédélec (Grégorio), Jaeheui Kwon (Benvolio) e Simon Lim (Duc).
Il coro, preparato da Bruno Casoni, è chiamato all'impegnativo compito di alternare le recite con quelle di Attila.

Teatro esaurito, pubblico internazionale, grande successo con molti applausi.

Visto il
al Teatro Alla Scala di Milano (MI)