“Una commedia storica che non si attiene alla storia”. Questo il sottotitolo che ben sintetizza le caratteristiche dello spettacolo scritto da Friedrich Dürrenmatt in scena in questi giorni al Teatro della Corte di Genova per la regia di Roberto Guicciardini.
Se l’autore si prende delle libertà sulla verità storica della caduta dell’Impero Romano d’Occidente per opera dei Germani guidati da Odoacre, l’allestimento di Guicciardini rende il ritmo frizzante grazie alle musiche del grande Lino Patruno. Una sagace ironia traspare inoltre attraverso i costumi di Lorenzo Ghiglia (curatore anche delle scene). Contemporanei per alcuni personaggi (l’imperatore Romolo, l’imperatrice Giulia, la principessa Rea loro figlia) moderni e decisamente “fuori luogo” per altri, primi fra tutti il Ministro degli Interni Tullia Rotondo, impersonata da Norma Martelli.
Una dolce caricatura della tanto celebrata potenza dell’impero romano d’Occidente. Questo traspare dalla trama stessa che vede il patriottismo di tutta la corte (preoccupata dell’imminente presa di Roma da parte di Odoacre) opposto al comportamento paradossale di Romolo, preoccupato soltanto di trascorrere le proprie giornate gustando del buon vino e, soprattutto, le uova provenienti dal proprio pollaio, dove ogni gallina porta il nome di un suo illustre predecessore.
Del resto, la stessa forza delle truppe germaniche non sta nella loro capacità di utilizzare le armi da guerra, ma nell’indossare i calzoni, l’abito pratico e innovativo inventato da Cesare Rupf (Francesco Sala) l’unico che sembra poter salvare l’impero sposando la principessa Rea, già promessa del patrizio Emiliano (Roberto Pappalardo).
Ma, a sorpresa, i polli rappresentano la saggezza.
Quando tutta la corte, abbandonato Romolo al suo destino e guidata dall’imperatrice Giulia (Anna Teresa Rossini) sarà annegata nel tentativo di raggiungere la Sicilia, l’imperatore non verrà annientato da Odoacre (Virgilio Zernitz), ma con lui troverà, al contrario, un punto d’incontro proprio nella passione per l’allevamento delle galline.
Entrambi i sovrani non amano governare o combattere, consapevoli che non è il loro modo di pensare o agire ad essere grottesco, ma grottesca è la realtà del mondo, convinto che gli uomini possano determinare gli eventi storici.
Così, il sole intramontabile della potenza romana si scioglie nella bravura degli interpreti: Mariano Rigillo, clown sapiente fin dalle prime battute e Anna Teresa Rossini, l’imperatrice che invano dà tutta sé stessa nel tentativo di opporsi al consorte per salvare la patria.
Visto il
09-12-2009
al
Ivo Chiesa
di Genova
(GE)