“Rumore Rosa” è l’ennesimo lavoro di Motus, progetto guidato da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, due artisti-registi tanto sperimentali quanto irrequieti.
Lo spettacolo, che ha debuttato nel 2006 al Festival Drodesera, a Dro (TN), si ispira al film più celebre e doloroso del tedesco Rainer Werner Fassbinder "Le lacrime amare di Petra von Kant".
Tre donne diverse, sia caratterialmente che anagraficamente. Marlene (Silvia Calderoni), Karin (Nicoletta Fabbri) e Petra (Emanuela Villagrossi). Tre anime sole e perse che si alternano sul palco, tra notti in bianco, fughe, tensioni e lacrime.
Il controllo del sentimento e della propria natura sembrano essere le uniche priorità delle protagoniste. La solitudine è un pozzo nero, nerissimo, in cui ci si lascia cadere dopo essere stati abbandonati. Eppure, in questo pozzo buio e spaventoso, l'acqua c'è ed è purissima. In essa c'è la vita, con tutte le sue sfumature, le sue sfide, i suoi continui rilanci.
La sofferenza trova il suo habitat nel gelido bianco di una strada ghiacciata, di un salotto ordinato, di una camera da letto, di un locale notturno. Marlene, Karin e Petra non si incontreranno mai, ma ognuna è parte dell'altra, ognuna è l'altra. Possono assomigliarsi o, addirittura, essere la medesima persona. E, tra lunghe telefonate, giustificazioni azzardate, incidenti, discussioni e gesti estremi, le tre protagoniste tentano di fuggire al dolore e all’autodistruzione.
Marlene guarda, osserva attentamente. E ascolta il rumore (rosa) che la circonda, un rumore indistinto da cui ogni tanto una dolce melodia di qualche canzonetta, suonata da un vecchio giradischi, si mescola a suoni graffianti e insopportabili. Ruota e si attorciglia su se stessa. Soffre e si sente maledettamente disperata. Come Petra e Karin, appare e scompare sulla scena e si affanna in cerca dell'equilibrio, di se stessa. Ha paura, si sente insicura. Ma ci prova.
Assistendo a "Rumore Rosa" si entra in un immaginario straziante, in un labirinto di sentimenti logoranti, in un disegno di corpi piegati e menti vulnerabili. L'amore, lesbico o etero che sia, colpisce con tutta la sua freddezza e meschinità. Ogni certezza cade, ogni gesto diventa irrazionale. E il rumore rosa può travolgere chiunque. Nessuno escluso.
Modena, Teatro delle Passioni, 9 marzo 2007.
Visto il
al
Donizetti
di Bergamo
(BG)