Prosa
RUMORI FUORI SCENA

Intramontabile "Rumori fuori scena"

Intramontabile "Rumori fuori scena"

Uscita nel 1982 dalla penna di Michael Frayn (Londra, 1933), scrittore e drammaturgo britannico, la commedia dal titolo originale Noises off - portata in scena per la prima volta in Italia nel 1983 dalla Compagnia di Attilio Corsini - continua ad affascinare numerose compagnie in ogni parte del mondo per la simpatica rappresentazione del teatro nel teatro: accattivante, ma non facile.
Dato l’incessante susseguirsi nel secondo e terzo tempo di una cascata di gag sono necessari un bravo regista e attori professionali e affiatati per dare vivacità e verve alla sequela di battute e sketch dal punto di vista quantitativo finanche un po’ eccessiva.
Premetto di preferire un umorismo meno ridondante e tuttavia il primo atto risulta veramente ben congegnato per fare comprendere quel faticoso e a volte massacrante, ma tuttavia piacevole lavoro che è la preparazione di uno spettacolo: sottile capolavoro di costruzione di rapporti umani e professionali.
Regista reale della pièce Claudia Negrin - professionista di tutto rispetto con una solida formazione presso il Piccolo Teatro di Milano - che fedele all’ideale strehleriano di teatro ha fondato Skenè Company, una Compagnia Stabile che si propone di fare un teatro onesto e popolare, vicino al vivere quotidiano del pubblico.
Innamorata di questa commedia, ha la fortuna di dirigere un gruppo di attori che nella stagione 2013/14 la replicano per l’undicesimo anno.
In scena una compagnia quantomeno scalcagnata come si evince dalla turbolenta prova generale della notte antecedente il debutto, prova in cui si delineano tic, limiti e carenze degli attori e del regista e si abbozzano quei paradossali rapporti umani che si manifesteranno nel secondo e terzo atto.
Veramente eccezionali alcuni attori nel rappresentare vere ed esilaranti macchiette o meglio personaggi molto caratterizzati, quasi stereotipi, come il regista estremamente pignolo e apparentemente tombeur de femmes, l’attrice completamente svampita e immatura, quella legata a un fantomatico piatto di sardine, protagoniste silenziose della pièce, il vecchio attore ubriacone, un attore non più giovane, ma sempre insicuro… un mondo ‘dietro le quinte’ che diviene protagonista sul palcoscenico nel 2° atto (ventesima rappresentazione della fittizia tournée) e ritorna ‘dietro le quinte’ o meglio in un dietro che si fa davanti nel 3° atto (cinquantesima replica) in cui il particolare di ciascuno si mischia sempre più alla trama fino a soverchiarla.
Splendidi e più che esilaranti i cambi di scena messi in atto dagli stessi attori simulando un improvviso sciopero che li costringe a trasformarsi in operai di scena.
Adattissimo il teatro Libero a questa singolare rappresentazione perché sembra veramente di essere parte del gruppo attoriale o quel pubblico fantasma al di là e al di qua della scena negli ultimi due tempi: il grado di accoglienza dello spettacolo risulta meritatamente altissimo.

Visto il 05-11-2013
al Vittoria di Roma (RM)