Il titolo scelto quest’anno da Fondazione TPE per la compagnia capitanata da Claudio Insegno – regista e interprete - Andrea Beltramo, Carlotta Iossetti e Guido Ruffa è Rumori fuori scena, di Michael Frayn, la commedia più rappresentata del Novecento.
Dietro le quinte della vita
Uno spettacolo nello spettacolo che vede protagonista una stravagante compagnia teatrale alle prese con una rappresentazione. Se nel primo atto gli spettatori si trovano ad assistere alla prova generale, nel secondo, dopo il positivo debutto, la scena si capovolge: il pubblico ha la possibilità di “sbirciare” dietro le quinte, imbattendosi nei litigi tra gli attori, che ne condizionano il comportamento sul palcoscenico, rendendo lo spettacolo esilarante, tra interruzioni, errori, isterie, ripicche, tensioni dovute a evidenti scaramucce amorose, che rischiano di rovinare lo spettacolo.
Il realismo della farsa
Attraverso la farsa, Michael Frayn rappresenta con cinico e divertente realismo uno spaccato di vita “sul palcoscenico”, nel quale qualsiasi persona che “mastichi” un po’ di teatro – dagli addetti ai lavori al pubblico – si può riconoscere con estrema facilità. Il risultato è, come si diceva, un meccanismo comico in perfetto equilibrio, che, quand’anche dovesse subire qualche leggero intoppo, il gradimento del pubblico non mancherebbe comunque di farsi sentire.
Uno spettacolo 'faticoso'
Lo spettacolo al quale il pubblico assiste può risultare non solo divertente, ma anche “faticoso”, per gli attori sul palcoscenico, impegnati a districarsi tra porte che si aprono e (non) si chiudono, borse e schedari che spariscono, bottiglie di alcolici da nascondere e rampe di scale (in scena e dietro le quinte) da salire e scendere innumerevoli volte. Il tutto “incorniciato” nella “bucolica”, ma imponente scenografia, realizzata da Francesco Fassone, sfruttata – tra primo e secondo atto – al massimo della propria efficienza e funzionalità. Musiche di Jacopo Fiastri, costumi (anche quelli parte del divertimento) realizzati da Barbara Tomada.
A ciascuno il suo ruolo... o quasi
Con sbalorditiva cognizione di causa – se si considera il tema della pièce – Claudio Insegno dirige (ritagliandosi un divertente spazio anche come attore) una compagnia ormai collaudata, dopo anni di esperienze comuni sui palcoscenici torinesi e non solo.
Fabrizio Martorelli, nel ruolo del regista - irritante, perfezionista e libertino - conferma la propria disinvoltura interpretativa, con una spiccata abilità nel padroneggiare situazioni caratterizzate da caustica ironia.
Daniela de Pellegrin, alle prese con piatti di sardine che spariscono – eppure non mancano mai – si assume la responsabilità di "icona" dello spettacolo.
Carlotta Viscovo, dopo aver dimostrato indubbia dimestichezza in ruoli dai toni più drammatici, interpreta un personaggio gradevole e mai sopra le righe.
Lia Tomatis è al suo debutto in una regia di Insegno, nel ruolo della dolce “tuttofare” Poppy.
Ettore Lalli, nei panni dello strampalato direttore di scena, mette leggermente da parte la sua abituale caratterizzazione, offrendo una chiave interpretativa meno brillante, ma comunque comica. .
Un’efficace lezione di teatro, un tuffo nella “realtà della finzione”, con una consapevolezza sempre attuale: “Quando la vita non offre che dolori e incertezze, non esiste niente di meglio che un bel piatto di gustose sardine”.