Andrea Brambilla e Nino Formicola (conosciuti da tutti come Zuzzurro & Gaspare) sono tornati a Neil Simon e al Politeama Genovese guidati, ancora una volta, da un genovese: Massimo Chiesa. Da anni il regista e i due attori lavorano insieme e, dopo tanti testi brillanti (es: “La Strana Coppia”), si cimentano ora con la “farsa”, genere più raro nel repertorio di Simon. “Rumors”, infatti, è un testo di satira sociale, ma non aggressiva, che non apparterrebbe, altrimenti, ai nostri.
Il testo è un’abile caricatura della borghesia fatua, pettegola, ricca, ambientata nella New York di fine anni ottanta. In questa città, i liberi professionisti che si sono conquistati uno status sociale (commercialisti, avvocati, psichiatri), devono salvare la propria faccia di fronte agli imprevisti quotidiani. Questo l’imperativo. Salvo poi frequentare (iscrivendosi anche per procura) i circoli del tennis per spettegolare sugli affari degli altri. Le mogli, del resto, non incarnano certo figure migliori, visto che non sanno nemmeno abbassare la fiamma dei fornelli, all’occorrenza.
E così, in una situazione concitata come quella illustrata da “Rumors”, dove quattro coppie di invitati si ritrovano in casa di amici per festeggiare il loro decimo anniversario di matrimonio ma in assenza dei padroni di casa, il surrealismo prende il sopravvento. Panico, susseguirsi di porte che si aprono e si chiudono, invenzioni, mezze ammissioni, perbenismi, paure, incidenti. E i festeggiati? Lui è nascosto in camera da letto colpito all’orecchio da un proiettile (suicidio??? o omicidio dettato dalla gelosia??? o ancora finale tragico di un tentativo di furto???). Lei, la moglie, introvabile. La cosa importante (oltre al procurare comunque da bere e da mangiare visto che ormai ci si trova ad una festa) non è tanto sapere cosa sia realmente successo. Perché il malcapitato, tutto sommato, sta bene. Molto meglio senz’altro degli amici. Quel che conta è celare il più possibile a chiunque giunga in casa, l’accaduto, sforzandosi di inventare una nuova plausibile storia ad ogni sopraggiungere di nuovi invitati. E, manco a dirlo, che non lo sappia la polizia, visto che tra i presenti c’è un candidato al Senato. Alla fine, sarà, proprio il poliziotto, giunto in casa per indagare su altre questioni, a credere alla storia inventata per lui. “Ci credo perché mi è piaciuta”. Dirà. Un lieto fine che riporta un po’ di tranquillità nel susseguirsi di ritmi frenetici e salva le coscienze.
Buoni per tutti gli interpreti i ritmi teatrali non certo facili da sostenere, come da sottolineare sono le conosciute e immutate capacità di Nino Formicola (l’avvocato Ken Gorman)nel cercare di tessere le fila della mancata festa, lui che, arrivato per primo con la svanita moglie Chris (Eleonora D’Urso) scopre il padrone di casa sanguinante (il vicesindaco di New York Charlie Brock).
Una menzione particolare, perché realmente una spanna sopra gli altri, per Andrea Brambilla (il commercialista Len Ganz) soprattutto nel monologo finale. Testo non sempre pienamente coinvolgente, in alcuni momenti un po’ scontato. A volte eccessive le grida femminili.
Visto il
02-02-2010
al
Politeama Genovese
di Genova
(GE)