Il poeta sloveno Srečko Kosovel è nato nel 1904. Matija Ferlin, giovane rivelazione della scena performativa internazionale, è nato nel 1982.
Matija ha otto anni più di Kosovel. Quanti anni ha Srečko?
I giochi interlinguistici inglese/croato non hanno soluzione. Eppure, in assenza di una risposta corretta, sono un ottimo inizio.
La vita e l'arte dello sfortunato poeta croato morto poco più che adolescente sono i due capisaldi del lavoro “Sad Sam Lucky” che il coreografo e danzatore Matija Ferlin ha presentato in prima italiana nell'ambito di Uovo Performing Arts Festival.
Il lavoro è parte del progetto seriale “Sad Sam” che, iniziato nel 2004, vuole rintracciare la genesi di un soggetto danzante. Un solo che si configura come uno scambio immaginario tra i due giovani artisti, l'uno vivo e l'altro morto, dove il vivo materializza sulla scena il morto rievocandone i versi entro il perimetro di una stanza spoglia che odora di polvere e incenso. La presenza di un unico importante oggetto scenico (un vecchio tavolo di legno) determina la spazialità del gesto tutto votato alla tensione tra animato e inanimato.
La lettura drammaturgica ripetitiva della poesia di Kosovel crea un accumulo di paesaggi simbolici con effetti che si sommano fino a richiamare la necessità di una rappresentazione in un'altra forma fisica. Se il poeta d'avanguardia Kosovel scavava nella linguistica al fine di trovare gli archetipi della poesia pura, Matija crea una coreografia dal linguaggio radicale con una fisicità particolarmente sottolineata. Insistendo sugli estremi come l'inizio e la fine, la vita e la morte, l'attività e l'inattività entra in un dialogo fisico ed emotivo con il poeta, riconoscendone nella vita e nel lavoro i suoi medesimi paradigmi.
Se la prima parte dello spettacolo si fonda massimamente sulla poesia "del morto" via via la voce del poeta si mescola con le dichiarazioni personali del performer ricche di un umorismo intelligente e lucido che infonde al lavoro un senso di ironica pesantezza. Tristezza che sfocia in un finale quasi da apocalisse accentuato dalle sonorità create da Luca Princic che coinvolgono gli spettatori su più piani sensoriali.