SALVATORE E NICOLA

Due fratelli tra ironia e lotta di classe

Due fratelli tra ironia e lotta di classe

Giorgio Tirabassi - in scena al Teatro Vittoria con “Salvatore e Nicola”  fino al 18 dicembre 2011 - è un fiume di parole in piena, inonda il pubblico con un monologo ironico, a tratti amaro a tratti divertente. Lo spettacolo vede protagonisti due fratelli, Salvatore e Nicola appunto, interpretati entrambi da Tirabassi. Sono figli di una Roma proletaria che vive freneticamente, che fatica ad arrivare a fine mese, che suda per un lavoro che non dona soddisfazioni, che si confronta/scontra con la società, con la famiglia.

Il testo della pièce è tratto dal romanzo di Ascanio Celestini “Lotta di classe” che è stato riadattato in versione teatrale con la collaborazione dello stesso Tirabassi. E si respirano le atmosfere del teatro di narrazione civile di Celestini, in quella narrazione veloce ricca di parole che recupera i problemi della nostra società in modo scanzonato. 

Tirabassi è bravissimo a confrontarsi con questo testo, a calarsi nei due ruoli. Un corpo con due anime: prima goffo e impacciato mentre si cala nelle vesti di Salvatore, il fratello minore timido che racconta le proprie avventure/disavventure a casa, il suo approccio con le donne e con il sesso, il suo rapporto con il fratello maggiore e con lo zio che vive sprofondato nella sua poltrona. È più sicuro di sé mentre interpreta Nicola, il fratello più grande alle prese con un lavoro precario in un call center e con molteplici relazioni amorose.

Salvatore e Nicola conducono vite parallele che si incrociano, si intrecciano. Raccontano stessi episodi vissuti ma che vengono letti in maniera differente dai due; cambiano i punti di vista anche se la visione della lotta di classe accomuna entrambi. I deboli che  lottano contro le sopraffazioni sono i poveri della borgata che incontriamo durante il racconto; la prostituta che di notte si riscalda bruciando i copertoni per strada, un gruppo di lavoratori di un call center che sciopera. Ognuno nel proprio piccolo mondo tenta di emanciparsi, ricerca una via verso un cambiamento.

La scenografia è semplice ma di grande impatto visivo. Viene ricreato un angolo di casa dei due protagonisti. Una poltrona, una vetrinetta, un copertone e tante piccole cose di cattivo gusto che rappresentano simbolicamente il mondo decadente che circonda Salvatore e Nicola. Un angolo di casa morente che inghiottisce lentamente i suoi abitanti.

 

Visto il 09-12-2011
al Vittoria di Roma (RM)