Musical e varietà
SARà UNA BELLA SOCIETà

All’interno della rassegna "I…

All’interno della rassegna "I…
All’interno della rassegna "I sogni dei padri ricadono sui figli" (progetto culturale dell’Ambra Jovinelli nato da un’idea di Nicola Fano, in collaborazione con la Provincia di Roma) ieri sera al teatro Ambra Jovinelli è andato in scena lo spettacolo musicale “Sarà una bella società”. Il testo è stato scritto dal giornalista, politologo e opinionista Edmondo Berselli, firma di Repubblica e l’Espresso, in collaborazione con il mattatore della sera, il protagonista Shel Shapiro. Shapiro partendo da Londra, la sua città natale, racconta la storia dei favolosi anni 60, ripercorrendo le tappe più significative della nascita e dell’evoluzione della musica rock. Sullo sfondo c’è Londra, con la sua nebbia, la city , in cui però qualcosa comincia a muoversi, un nuovo vento comincia a spirare. Nasce la musica rock. La moda diventa trasgressione pura, si abbattono i tabù e il sesso viene completamente sdognato. Gli inglesi si trovano ad affrontare l’avvento degli immigrati, che sono poi inglesi del British Commonwealth. E loro stessi esportano la loro cultura nel mondo. Shel arriva in Italia, prima a Milano, poi a Roma dove con il suo gruppo i Rokes diventa una delle anime del Piper, il locale simbolo di quell’epoca d’oro. E a chi osa dipingere i capelloni come dei giovani superficiali e senza ideali, Shel risponde che quei ragazzi e lui stesso, interpretavano a fondo l’anima del 68, un’epoca di cambiamento, di pacifismo ,“make love non war”, un’epoca creativa la cui energia, il cantante-attore comunica agli spettatori in sala. Uno spettacolo avvincente. In cui ci si abbandona, almeno per chi ha vissuto quegli anni, alla nostalgia per un’epoca in cui i sogni sembrava potessero diventare realtà. Mentre i giovani che non hanno avuto la fortuna di vivere quel periodo scoprono l’anima, l’atmosfera che si respirava allora nelle grandi città Roma, Milano, in Inghilterra, a Londra, ma anche in America in California e tutto ciò attraverso le canzoni. Da Elvis ai Beach Boys, dai Beatles ai Rolling Stones, passando per Bob Dylan e arrivando sino a Jimmy Hendricks, Shapiro racconta come è cambiata la musica, come sono nati pezzi rivoluzionari nella storia del rock. E fa notare anche l’influenza che questi personaggi, nonché i poeti della bit generation, hanno avuto sui “cantautori italiani”. Il viaggio si conclude con Woodstock, il grande raduno rock del 68’, che segna la fine di quell’epoca, perché almeno in Italia ben presto si sarebbe passati alla lotta armata. E la rivoluzione non violenta, il “viaggio mentale” coadiuvato dalle droghe, sarebbe presto stato soppiantato dalle molotov e dalla lotta armata. La chiusura è emozionante. Shapiro, dall’invidiabile presenza scenica, una forza della natura, coinvolge il pubblico in sala. Splendida la scenografia nella sua semplicità. E bravissimi i musicisti che lo accompagnano: Alessandro Giuliani alla tastiera-fisarmonica-voce; Daniele Ivaldi alle chitarre; Luigi Mitola alle chitarre-dobro-mandolino; Mario Beluscio al basso; Ramon Rossi alla batteria. Roma, Teatro Ambra Jovinelli, 2 Novembre 2008
Visto il
al Civico di Vercelli (VC)