Musical e varietà
SATURDAY NIGHT FEVER - LA FEBBRE DEL SABATO SERA

Una 'Febbre infernale' decisamente edulcorata

Una 'Febbre infernale' decisamente edulcorata

Il regista Claudio Insegno si è cimentato in un’impresa ardimentosa, volendo imprimere a questo nuovo allestimento teatrale del musical un taglio marcatamente cinematografico.

Accostandosi a La febbre del sabato sera, nel 40° anniversario dell'omonimo film di John Badham, il regista Claudio Insegno si è cimentato in un’impresa ardimentosa, volendo imprimere a questo nuovo allestimento teatrale del musical un taglio marcatamente cinematografico, sottolineato soprattutto dalle video scenografie su led wall, a cura di Francesca Del Cupolo ed Erika Dolci.

Una "febbre" inaspettata

Scelta apprezzabile e comprensibile, che però sortisce effetti inaspettati; il tipico mood da juke-box musical, omaggio al periodo aureo della disco music, rimane pressoché inalterato nella “confezione” dello spettacolo: dalle intramontabili hit dei Bee Gees  (Stayin’Alive, Night Fever, You Should Be Dancing, More Than a Woman e tante altre), alle efficaci e briose coreografie di Valeriano Longoni, ai costumi di Graziella Pera, passando per il coerente disegno luci di Valerio Tiberi e la funzionale scenografia di Roberto e Andrea Comotti.

Cambio di registro

Tale atmosfera sembra, però, cedere progressivamente il passo a toni da commedia. Elemento significativo, in questo senso, è rendere accidentale la morte di Bobby C. (Luca Spadaro), quando invece si tratta di suicidio. Ecco allora che l’interpretazione risulta meno efficace e le istanze, anche di stampo sociologico, che hanno caratterizzato quell'epoca (disagio giovanile, incertezza sul futuro, consumo di droga e violenza) vengono a perdersi. E così, Tragedy, interpretata da Tony Manero, esprime un senso di colpa, che non è diretta conseguenza dello stesso disagio di cui è conclamato portatore Bobby C., né quindi può esprimere in modo convincente una piena consapevolezza da parte di Tony di cambiare il proprio futuro.

Gli interpreti e la costruzione dei personaggi

Giuseppe Verzicco, fisicamente aderente al ruolo, si impegna a dare un proprio stile al personaggio di Tony Manero, con un accenno di complessità interiore, che però andrebbe affinato.
La Stephanie Mangano di Anna Foria – pur dimostrando la necessaria determinazione – è un personaggio ancora da costruire.
Giada D’Auria è un’intensa Annette e Arianna Galletti si fa notare nel ruolo di Pauline, con una toccante interpretazione di How Deep is Your Love.
Dimostrano di conoscere il mestiere e i tempi comici Gaetano Ingala e Alessandra Sarno, nei rispettivi ruoli di Frank e Flo Manero: i loro interventi, nella tipica situazione domestica riconducibile a immigrati italoamericani, rimangono indubbiamente impressi nella memoria del pubblico, suscitano ilarità, ma risultano, talvolta, “paradossalmente” vernacolari.

Un Inferno soft

Infine, conquistano adeguato spazio sulla scena Gianluca Sticotti, catalizzante nel ruolo di dj Monty, e Giovanna D’Angi, con il suo timbro trascinante e avvolgente, nel ruolo di Candy.
Sono loro ad accompagnare Tony e i suoi Baroni nel trascendente mondo della “disco infernale”, rivisitato in chiave decisamente edulcorata.

Visto il 14-12-2016
al Nuovo di Milano (MI)