SCROSCIO

Trentotto anni, una vita d'in…

Trentotto anni, una vita d'in…
Trentotto anni, una vita d'inferno. La protagonista di Scroscio vive in un acquario, una vasca in cui si dimena in preda agli incubi. Ritornano le ansie dell'adolescenza, l'angoscia dovuta ai veti dell'infanzia, le voci dei genitori, quella famiglia piccolo borghese che assiste preoccupata alla sua "non vita". Una donna "arrabiata", come il teatro che la Danco rappresenta, facendo del palcoscenico il suo pulpito. Dissacrante, ironica, Eleonora Danco sbatte in faccia agli spettatori le memorie del sottosuolo di ogni essere umano; la protagonista è schizzofrenica, irrefrenabile, espressione di una gioventù bruciata che si consuma nell'atto dello schianto. Un rumore forte, improvviso, fa trasalire il pubblico: testate. La donna tormentata dai suoi fantasmi, i genitori, l'educazione, le attese deluse, si lancia contro un muro, nel disperato tentativo di distruggersi, annichilirsi del tutto. In sala rimbomba il suono teatro del legno percosso dalle testate, forti, improvvise, intense, proprio come lo spettacolo messo in scena. Crudo, realistico, vero. Privo di qualunche inibizione. La performance è un urlo di Munk dirompente. L'attrice si rotola nella polvere, ha il volto inespressivo, impastato di colore come un quadro espressionista. A parlare, a proiettare le immagini è il suo incoscio, che si esprime attraverso un copioso flusso di coscienza, dal quale emergono la sua storia e tutti i personaggi che ne fanno parte, con i loro caratteri, i loro segreti, le paure e le bassezze. La raggazza anche se circondata da umani è sola con sè stessa, e dinanzi al pubblico si denuda. Si mostra nel suo stato più vero, vinta dalle pulsioni, dall'animalità, e incapace di reagire al suo disfacimento. Ruba, insulta, si concede ad uomo che la sfrutta. Elenora Danco giovane autrice del "treatro arabbiato" mette in scena l'eroina dei nostri tempi, un esemplare di gioventù bruciata, consumata dallo status simbol e piagata dalla solitudine di cui in fondo tutti soffraiamo. La donna in cerca di lavoro, sempre più difficile da trovare. Una perfomance dalle tinte forti, pasolinina, che tuttavia se fosse stata meno prolissa sarebbe di certo riuscita meglio. L'atto unico di cui si compone Scroscio infatti sfora le due ore di spettacolo. Troppo per un monologo del genere. In ogni caso Eleonora Danco è da vedere, da seguire, perché di certo è un'autrice molto interessante sia dal punto di vista prettamente teatrale che intellettuale. Roma, Ambra Jovinelli, dal 17 al 22 febbraio 2009
Visto il
al Ambra Jovinelli di Roma (RM)