SCUSATE SE INSISTO

"Scusate se insisto" di Lino Barbieri

"Scusate se insisto" di Lino Barbieri
C’è un Giulio Tremonti che loda Berlusconi e un Riccardo Cocciante che vuole la sua (pizza) Margherita, Antonio di Pietro che inneggia all’ Italia della verza, e l’extracomunitario scambiato per Maradona. Lino Barbieri riparte dal teatro Troisi con il suo one man show, “Scusate se insisto”, diretto da Gaetano Liguori. Infaticabile sul palco, l’artista chiacchiera col pubblico, canta e imita senza sosta. La crisi economica, le abitudini degli italiani, il rapporto con le donne, la tv, internet e lo stress al centro dei suoi monologhi. “Oggi si risparmia su tutto, un mio amico ha persino raccolto le lacrime della moglie per fare poi del thè”, racconta Barbieri, poi mostra al pubblico la nuova moneta che Berlusconi vuole coniare, il berluscheuro, e infine canta a squarciagola il coro di Fede e Bondi dedicato al Premier: Tu si na’ cosa grande. Anche il mondo dello spettacolo è preso di mira, la televisione di Maria De Filippi, Barbara D’Urso e naturalmente di Vespa, che è come una medicina, guai a perderne una sola puntata. E poi, c’è la mania di comunicare tutto attraverso i telefoni cellulari, e soprattutto la moda dei social network. “Essere amici su Facebook non significa esserlo anche nella realtà”, spiega al pubblico l’artista. Sul palco, l’Animania band insieme alle ragazze del balletto, completano lo show con musica e coreografie (curate da Ettore Squillace). Lino Barbieri, molto emozionato, riesce a coinvolgere il pubblico completamente solo nella seconda parte, quando appare nei panni di uno scatenato Ray Charles interpretando il famoso pezzo, “Georgia on my mind” dinnanzi ad un pianoforte bianco. Lo spettacolo, scritto da Lello Marangio, dosa bene tutti i suoi ingredienti, musica, danza e comicità, dando giusto rilievo all’artista Barbieri dotato di molte qualità, professionista dell’imitazione oltre che ottimo cantante e ballerino. Il finale dello spettacolo, però, appare un po’ pasticciato. Barbieri prima riflette sulla inciviltà dei comportamenti umani e di tutti coloro che calpestano stupidamente i diritti altrui (come parcheggiare nei posti riservati ai portatori di handicap) e poi, quando tutto sembrerebbe concluso, termina invece con una carrellata dei suoi personaggi più imitati, da Ligabue a Cocciante, Dalla, Zucchero, Pino Daniele sino a Luciano Pavarotti.
Visto il
al Troisi di Napoli (NA)