Fu rappresentato per la prima volta al Teatro Valle, per ragioni storico-anagrafiche non ero presente al debutto, ma in questa occasione, la mente ha viaggiato con la fantasia e così immagino "la prima volta romana" del dramma pirandelliano, dove tanto scalpore fece il grido "Manicomio! Manicomio!" oggi diventato pane quotidiano.
Il testo d'avanguardia del nostro novecento, dove vizi e virtù si susseguono vive e prorompenti per lo spettatore, lo spettacolo rimane ancorato alla versione originale apportando solamente qualche nota personale di regia che non ne compromette la suggestione per lo spettatore verso una stato di inquietudine crescente per entrare nel testo.
Antonio Salines si conferma un grande artista, affiancato dal bravissimo "capocomico" Edoardo Siravo, dalla regale "Madre" Nora Fuser e la "Madam Pace" Marina Bonfigli. Una nota di merito comunque anche al resto del cast che ha saputo mantenere la grandezza e la dignità di questo capolavoro letterario.
Mantenendo i canoni scenografici richiesti dal dramma stesso come la semplice e scarna scenografia, le luci fredde alternate a bagliori improvvisi nei momenti di tensione narrativa, si entra nel quadro scenico alla ricerca delle risposte che tanto affliggono i personaggi, diventando personaggio stesso che rimarrà purtroppo con tanti punti interrogativi. Il teatro tanto ha regalato, purtroppo porta sempre meno arte e realtà in scena. In questo caso, non risponde a molte domande, come Pirandello vuole, ma ci ha regalato il sapore che un'ottima messa in scena offre.
Visto il
15-01-2010
al
Quirino - Vittorio Gassman
di Roma
(RM)