"Guarda fuori"
"Non si vede niente"
Una scena semplice ma precisa racchiude quella che poi scopriremo potersi immaginare come una prospettica del conglobamento, ed aiuta con le dimensioni dei quadrati successivi a rimpicciolire la verità contenuta in una stanza, in una casa.
Il dentro e il fuori
Due sorelle (di solo una delle quali tuttavia si percepisce un accento fortemente riconoscibile) si pongono una domanda che se è già degna di ossessività contemporanee, diventa estremamente attuale durante la crisi pandemica interiorizzata che ognuno ha vissuto e nella quale può facilmente riconoscersi: "Cosa c’è fuori?".
La drammaturgia di Pier Lorenzo Pisano ci conduce verso il fuori, ma non ci arriva mai, di esso vi è soltanto la percezione attraverso quell'alternanza di bene e male che sta nelle menti delle protagoniste. Con un dipanarsi che però non sempre aiuta a creare un'ambientazione adeguata.
Tutto risulta apparentemente claustrofobico, ma a guardar bene lo è quasi al contrario, nel senso che la pesante ombra che cala sopra ogni cosa, dentro e fuori, serve anche da ambiente ancestrale: nel buio, le sorelle si accartocciano, sembra che trovino una loro esistenza a sé, anche grazie a un senso di profonda inanità, quando via via la pioggia, la luce, il buio, e non cambiano le cose.
Perfino l'Uomo nero risulta rassicurante, un Babau che da creatura leggendaria, amorfa e oscura, conserva lo spirito dell'ombra ma rientra nell'ambiente come una carta da parati, una minaccia che si ritira da sola, prima che il quartiere si rinnovi.
Zona Rossa
Senet, che debutta al Campania Teatro Festival, è uno spettacolo nato dai sogni e dagli incubi di “Zona Rossa”, il progetto di Daniele Russo e Davide Sacco realizzato nel Teatro Bellini di Napoli, diventato casa di 6 artisti (Alfredo Angelici, Federica Carruba Toscano, PierGiuseppe di Tanno, Licia Lanera, Pier Lorenzo Pisano e Matilde Vigna) che per 76 giorni sono rimasti lì, dormendo nei camerini, per riflettere e creare durante appunto il periodo della Zona Rossa dichiarata a causa dell'emergenza sanitaria per fronteggiare il Covid-19. “Zona Rossa è un atto di amore e di fede nei confronti del teatro. Ed è un atto di resistenza” ha dichiarato Daniele Russo.
Fra i lavori che sono stati prodotti in questo autoisolamento rientra appunto Senet, ed è una genesi in cui trovare gran parte delle risposte alle domande che vengono poste in scena, a partire proprio dalla principale: "Cosa c’è fuori?". Fuori c'è quello che noi proiettiamo, ci sta solo quello che la nostra coscienza sa vedere, e ci sta soltanto perché una parola, sopra un palcoscenico, l'ha creato.