Comico
SERATA D'ADDIO

L’inizio fantozziano fa capir…

L’inizio fantozziano fa capir…
L’inizio fantozziano fa capire che ci troviamo davanti al Paolo Villaggio di sempre, le risate iniziano ancora prima che il sipario si alzi. Anzi, non è il Villaggio “di sempre”: quelli che lo conoscono bene si ricorderanno che chi va a vederlo si trova al cospetto di un attore assai versatile e capace anche in ruoli seri, egli stesso ricorda nel secondo blocco la sua esperienza nei panni dell’Avaro di Moliere; ma, sicuramente, quello che va in scena è il Villaggio che il pubblico da sempre ha imparato ad amare. Egli stesso, nell’introdurre la serata, chiarisce subito che su quel palco durante in quello spettacolo Checov e Pirandello non ci saranno, liquidando l’indicazione dei loro nomi come trovata per lanciare lo spettacolo. In effetti quelli che vengono portati davanti agli occhi del pubblico che gremisce la sala non sono i veri Checov e Pirandello; ma di quegli autori si possono riconoscere comunque riconoscere le ombre, dietro a dei testi che ha composto lo stesso attore genovese. Checov e Pirandello vengono sono individuati dall’attore come partners ideali per fare comicità e satira. Durante i tre monologhi c’è spazio per mettere a confronto genovesi e romani, per parlare di personaggi televisivi da Bongiorno a Limiti e per tirare qualche frecciatina a un Presidente del Consiglio del nostro Paese. Paolo Villaggio cattura come al solito il pubblico dei “ragazzi” di tutte le età e non solo delle “vedove abbonate”, e non riesce in alcun modo a contenere gli applausi che la platea, per nulla addormentata (come lui invece finge di sperare di trovare) gli tributa in continuazione. Racconta la timidezza italiana, e soprattutto ligure, partendo da lui e da suo fratello e coglie l’occasione per una polemica sul fumo, racconta il mestiere dell’attore ed il confronto col pubblico, e poi arriva a parlare con naturalezza dell’ “ultima fidanzate”, cercando sempre più do fare crescere la partecipazione del pubblico senza mai dimenticare di far ridere come è suo costume. Un appuntamento imperdibile, uno spettacolo difficilmente dimenticabile. Battute sempre intelligenti e mai banali che costringono lo spettatore anche ad interrogarsi pur senza smettere di divertirsi e non facendo faticare troppo il cervello.
Visto il
al Della Cometa di Roma (RM)