Macerata, arena Sferisterio, “Gala performance”
L'ADDIO DI ALESSANDRA FERRI ALLE SCENE
Chi ama il balletto non ama i gala, che sono una specie di saggio con brani brevi e decontestualizzati. Infatti gli estratti presenti nei programmi dei gala, soprattutto se provengono da balletti con un significativo impianto narrativo, non esprimono le emozioni che invece il balletto intero, con la sua drammaturgia, esprimono. È un po' come se, invece che assistere a un'opera lirica completa, ascoltassimo solo alcune arie: si apprezza il brano famoso ma sfuggono le sensazioni connesse allo sviluppo della storia che invece l'intero descrive con efficacia.
Apprezziamo il ritorno allo Sferisterio della danza, anche se purtroppo solo con questo gala su base musicale registrata, mentre rimangono nella memoria i tanti balletti qui visti, tra i quali mi piace ricordare una fascinosa versione dei Promessi Sposi, con Oriella Dorella come Lucia e Luciana Savignano come monaca di Monza.
L'appuntamento di stasera è comunque particolarmente significativo perchè Alessandra Ferri, una delle più grandi ballerine di tutti i tempi, ha deciso di abbandonare, improvvisamente e nel pieno della carriera, le scene. La Ferri ha ballato “La Dame aux camelias” alla Scala in marzo, debuttando nel ruolo e lasciando ufficialmente le scene italiane; poi ha interpretato un paio di produzioni al MET, salutando il pubblico americano; ora con diversi gala in giro per l'Italia saluta il pubblico che l'ha seguita con affetto in questi anni. A pochi giorni dal Ravenna Festival eccola così nell'arena di Ireneo Aleandri, insieme a Roberto Bolle e ad altre stelle della danza internazionale.
Il programma si è aperto con un romantico pas de deux da “A Cinderella story”, particolare versione di John Neumeier (vista in Italia per intero in maggio al Regio di Parma per la rassegna ParmaDanza) su musica di Prokof'ev, un balletto sulla ricerca di sé e sulla crescita, affidato a Silvia Azzoni, italiana che ha fatto carriera all'estero, e Alexander Riabko.
Un cambio di programma dell'ultimo minuto ha inserito a questo punto il pas de deux del secondo atto di “Schiaccianoci”, nella tradizionale versione originale di Marius Petipa, interpretato dalla coppia ucraina Irina Dvorovenko e Maxim Beloserkovsky, un divertissement così diverso dal brano precedente.
Dopo l'Ottocento un balzo in avanti di un secolo, con Alicia Amatriain e Robert Tewsley in “Herman Scherman”, creazione di un grande del Novecento, William Forsythe, che propone una nuova gestualità fra danza classica e moderna, una diversa idea di armonia nel movimento, con abiti di oggi, gonne corte plissettate gialle per entrambi.
Debole il neoclassico “Zakusky” di Peter Martins, nonostante la superba interpretazione della coppia del Bayerisches Staatsballet di Monaco, Alen Bottaini e Natalia Kalinitchenko, ma si è nell'attesa della prima apparizione della coppia principale, impegnata nella “Carmen” di Roland Petit. Bolle ha i capelli più corti del solito ed inizia con un assolo; un applauso scrosciante ed ecco Alessandra Ferri in vistosa parrucca corta nella Carmen poco folkloristica di Petit.
I due, dopo l'intervallo, hanno ripreso con “Romeo e Giulietta” nella veste coreografica di Amedeo Amodio, a cui si riferisce l'immagine suggestiva del manifesto: entrano dalla pedana inclinata della scenografia come fantasmi in una notte di luna, lei particolarmente intensa e struggente, con quel viso mobilissimo e così espressivo, lui con il conosciuto suo sorriso disarmante. Amodio, nelle sue drammaturgie, rende sempre deliberatamente leggibili tutte le scene: ogni grande balletto ha una sua dinamica interna ed esterna e riflette i cambiamenti della cultura e dellasocietà. Ed è questo che, purtroppo, in un gala non emerge. Ma come dimenticare la chiusura del brano, con le gambe della Ferri puntate verso l'alto in un grido disperato di amore?
A seguire un pas de deux che il grande Neumeier ha coreografato sulla commovente Terza Sinfonia di Mahler, ancora affidato a Silvia Azzoni e Alexander Riabko, un brano che ben esprime lo stile del maestro, atleticità e calzamaglie.
L'astro inglese Robert Tewsley e la spagnola Amatriain sono impegnati in un altro momento contemporaneo, “Come neve al sole” di Rolando D'Alesio su musica di Peter Schindler, indossando t-shirt viola con cui giocano, slabbrandole.
Quindi “Farewell” su musica di Mozart, con le stelle Dvorovenko e Beloserkovsky e “Les Bourgeois”, l'ironica coreografia di Ben van Cauwenbergh sulla ballata dissacrante di Jacques Brel, un classico per Alen Bottaini, toscano trapiantato a Monaco di Baviera, che egli aveva già interpretato anche al Rossini di Civitanova in occasione di un gala del Bayerisches Staatsballet.
La chiusura è affidata alla Ferri, che, insieme a Bolle, ha danzato il pas de deux dal terzo atto di Manon (il momento della morte dell'eroina in terra americana), coreografia di Sir Kenneth McMillian, musica di Jules Massenet. Manon è il terzo dei sei grandi balletti realizzati da McMillian ed è del 1974, eccellente esempio della creatività del coreografo nella sua fusione di mezzi tradizionali e spirito innovativo. Manon è un personaggio che ben rappresenta l'anima di Alessandra Ferri, recentemente definita da Mikhail Baryshnikov “la tigre bambina”.
Ho trovato brutto, se non peggio, l'utilizzo della musica registrata, una consuetudine dei gala, che però allo Sferisterio sembra inaccettabile, soprattutto se, come qui, è diffusa ad un volume eccessivo che la distorce (quanto meno nelle tre coreografie iniziali, poi deve essere intervenuto qualcuno..). Pessimo il disegno luci, che è sembrato per lo più improvvisato, con l'occhio di bue che faticava a “pescare” i ballerini, oppure solo un chiarore informe e diffuso. Poco piacevole anche la scenografia, con lo sfondo delle scene delle opere liriche in cartellone, che dava troppo l'idea della scena allestita (anzi ammassata) per la serata successiva.
Alla fine tanti applausi e una grande tristezza: senza Alessandra Ferri la danza non sarà più la stessa.
Non si era mai visto lo Sferisterio così gremito, con un pubblico come ce lo aspettavamo: fans urlanti e scattanti fotografie all'impazzata. Benissimo, con la speranza che qualcuno di loro torni anche per la lirica. Con la musica dal vivo.
Visto a Macerata, arena Sferisterio, il 27 luglio 2007
FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al
Arena Sferisterio
di Macerata
(MC)