Classica
SERENATE

Dal vuoto al suono: al Teatro Carlo Felice torna la musica nello spazio chiuso

Teatro Carlo Felice
Teatro Carlo Felice

Dopo la paura, ha preso la parola la musica. Il primo spettacolo al coperto del Teatro Carlo Felice di Genova dopo la riapertura, dal titolo Serenate, è un concerto per orchestra d’archi. In attesa di poter schierare l'organico al completo, ad occupare il palco sono 32 professori: violini primi, violini secondi, viole, violoncelli e contrabbassi. 

Niente direttore d’orchestra: a dirigere il concerto e a coordinare i colleghi è stato il primo violino di spalla e maestro concertatore Elisabetta Garetti. In programma solo due brani: la Serenata in mi minore op. 20 di Edward Elgar, e la Serenata Op. 48 di Pëtr Il’ič Čajkovskij.

Elisabetta Garetti

Il suono quasi nel vuoto

Lo spettro che aleggiava in sala era quello del gelo: con solo 200 spettatori a fronte di una capienza del teatro di 2000 posti esatti, il rischio dell’effetto rimbombo-nel-vuoto era reale. Gli stessi sparuti spettatori all’inizio hanno faticato a prendere le misure alla novità: mascherine obbligatorie fino al momento di sedersi e un posto assegnato ogni quattro liberi, su file vuote alternate. Perplessi e preoccupati anche i professori d'orchestra: uno stato di tensione mista a concentrazione aleggiava tra gli archi, ed era dipinto anche sul volto del maestro concertatore Garetti, che ha preso posto per ultima.

Claudio Orazi, Stefano Balleari


Prima dell’inizio il sovrintendente del Carlo Felice, Claudio Orazi, e il vice sindaco di Genova Stefano Balleari, hanno provato a stemperare il pathos con un messaggio di ottimismo. Orazi ha sottolineato l'eccezionalità dell’evento, un concerto simbolo della ripartenza dopo l'emergenza coronavirus: non solo per il teatro ma per tutta la cultura genovese. Sovrintendente e vice sindaco hanno voluto tranquillizzare artisti, maestranze e spettatori, ricordando che il Carlo Felice ha recentemente ottenuto una certificazione di idoneità delle sue procedure sotto il profilo igienico-sanitario.

Poi a stemperare definitivamente la tensione ha pensato la musica. L'orchestra ha iniziato con la Serenata per archi in mi minore, op. 20, di Edward Elgar: una breve composizione in tre movimenti. L’opera, che risale al 1892, è dedicata al reverendo Walter H. Whinfield, costruttore di organi e vicepresidente della Worcester Musical Society. Dato il carattere amichevole della composizione, l'autore di Pomp and Circumstance abbandona l’intensità, la solennità e l'ufficialità patriottica, in favore di un'atmosfera più serena e rilassata, dove la melodia spesso si trasforma in lirismo. 

Dopo il primo movimento Allegro piacevole, interpretato dall'orchestra con la corretta lievità, il terzo movimento Allegretto ha concluso il breve excursus elgariano con solennità stemperata da note più leggere.

Una Serenata accademica

Inevitabilmente più lunga, complessa e sofferta la Serenata in do maggiore per archi, op. 48 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, del 1880. Scansione in quattro parti: pezzo in forma di Sonatina, Valse, Elegia e Finale.

Čajkovskij era in un periodo di crisi creativa e personale causata da motivi sentimentali e psicologici, dopo il matrimonio fallito con una sua ex allieva. La Serenata op. 48 è dedicata all'amico Konstantin Karlovic Albrecht, violoncellista e compositore, fondatore del Conservatorio di Mosca.

La dedica ha evidentemente influito molto sulla natura della composizione, che si presenta con una vena di ufficialità accademica, tale da poter risultare gradita ad Albrecht. Garetti ha tenuto la barra del timone durante tutti i quattro movimenti, vigilando sulla cadenza del discorso armonico e della melodia. 

Nella composizione si percepisce un desiderio di Pëtr Il’ič Čajkovskij di attenersi alla descrizione oggettiva, senza coinvolgimenti emotivi da parte del compositore (già turbato di suo in quel periodo), e l'orchestra del Carlo Felice ha saputo rispettare questo segno, facendo in modo – per esempio, e tra le altre cose -  che i numerosi pizzicati rimanessero leggeri e non diventassero stucchevoli.

Visto il 10-07-2020
al Carlo Felice di Genova (GE)