Prosa
SERVO PER DUE

Favino, un trascinante servo per due

Favino, un trascinante servo per due

I quattro elementi che compongono l’ensemble musicale “Musica da Ripostiglio” si posizionano sul palco del Teatro Coccia di Novara alle 16 in punto. Già solo questa – la puntualità – è una ragione sufficiente per consigliare questo adattamento di “Servo per due”, adattato e diretto da Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli (anche protagonisti in scena).
Certo, lo spettacolo dura tre ore e quarantacinque minuti, la puntualità in questo caso e provvidenziale, ma aiuta a immergersi nell’atmosfera della Rimini anni Trenta, quasi quanto i celebri motivi proposti dalla piccola orchestra, tra i quali sono da citare Oh, mamma, mi ci vuole un fidanzato, Ma le gambe, Pippo non lo sa, Il pinguino innamorato e molti altri sulla scia di note formazioni musicali di allora, quali il Trio Lescano o il Quartetto Cetra.
Seguendo fedelmente i dettami della commedia dell’arte, Favino in questo spettacolo è Pippo, uno sfortunato senza arte né parte alla ricerca di un lavoro che gli permetta di placare la sua fame.
La sua sbadataggine, unita a una giusta dose di scaltrezza lo mette sulla strada di ben due padroni: Rocco e Ludovico. I due hanno in comune non solo quel pasticcione di Pippo, bensì un sogno d’amore, perché in realtà uno dei due è una lei, ovvero la sorella del defunto Rocco, ucciso accidentalmente proprio da Ludovico.
Equivoci, intrecci e colpi di scena, talvolta realizzati anche con l’(inconsapevole?) aiuto del pubblico in sala fanno da contorno ai benevoli inganni di Pippo, il quale, nel secondo atto, saziata la propria fame, troverà il tempo di dedicarsi anche all’amore, per lui incarnato nella disinvolta Zaira.
Favino mattatore è supportato in scena, oltre che dallo stesso Sassanelli, dal gruppo “Danny Rose”: 21 attori che si alternano nei tredici ruoli dello spettacolo nel corso della lunga tournée.
Un allestimento in cui nulla è lasciato al caso o è fuori posto, nemmeno ciò che parrebbe esserlo. Perfino la recitazione volutamente sopra le righe di alcuni personaggi (tra cui quelli interpretati da Bruno Armando e Stefano Pesce, n.d.r.) si rivela inappuntabile, pur risultando molto marcato.
Uno spettacolo che – a modesto parere di chi scrive – ha tutte le carte in regola per rappresentare il gusto teatrale italiano all’Expo 2015.

Visto il 25-01-2015
al Coccia di Novara (NO)