Prosa
SHAKESPEA RE DI NAPOLI

Un attore shakespeariano torna a Napoli

Un attore shakespeariano torna a Napoli

Uno spettacolo un po’ strano: è stato interessante, ma non completamente bello.
I personaggi in scena erano due: Zoroastro e Desiderio. Il primo, interpretato da Lello Arena, era un alchimista, esperto di vita pratica, un popolano che viveva di espedienti. Il secondo, interpretato da Claudio Di Palma, era un artista, un attore che aveva recitato in Inghilterra con Shakespeare e parlava spesso in maniera lirica. Non faceva altro che ricordare l’esperienza britannica a Zoroastro il quale lo prendeva per bugiardo.
Peccato per il ritmo lento del testo ed anche per la recitazione super-veloce di Lello Arena. In questo l'attore napoletano non è stato una sorpresa: anzi, è famoso per quel tipo di recitazione, ansiosa, quasi sofferta e
La pièce  mi ha dato l’impressione di avere dei ritmi lenti e di essere ancorata solo alla tipica loquacità invettiva di basso livello dei popolani, cioè parolacce ed offese. Gli argomenti di certo erano adatti al tipo di recitazione super-veloce di Lello Arena, ma questa contrastava con il lento svolgimento degli eventi. Ciò non toglie che lo spettacolo si sia ripreso durante lo scorrimento del tempo, per arrivare ad un finale ad effetto.
Pensavo che nell’arte teatrale, arte oratoria per eccellenza, Lello Arena recitasse diversamente da come fa quando è ospite in televisione ed invece mi sono dovuta convincere che quello è l'unico modo espressivo che Arena conosce.
Altro difetto dello spettacolo è stato l'eccessivo uso di un tipo di comicità legato alle parolacce ed offese. Non escludo che queste siano collegate ad un certo tipo di espressione tipicamente napoletana popolare dei quartieri più malfamati, e quindi che sia una cosa normale e molto divertente per un pubblico napoletano, ma io non l'ho apprezzata
Infine, un altro aspetto, per me, negativo, è stato l'utilizzo del dialetto napoletano stretto. Certamente per un pubblico partenopeo sarebbe stato accessibile e spassoso, ma per degli spettatori con avvezzi a quella cultura, credo che risulti un po' difficile.
Nel complesso, però, la storia era affascinante: un attore napoletano, Desiderio,  torna in patria dopo esser stato al servizio niente meno che del bardo inglese William Shakespeare. Zoroastro, però, non crede ai suoi racconti, anche perchè sono infarciti di gesti plateali. Tra essi c’è la rivelazione che W.H., dedica posta da Shakespeare sui suoi sonetti, significhi Will (cioè Desiderio) e heart (cioè cuore) e quindi rappresenti una dedica all’attore. Desiderio decide di recuperare un quadro che gli era stato fatto poco prima del suo improvviso ritorno a Napoli, quindi si reca al palazzo della Corte e recupera la tela. Poi muore.
Il finale era bello e ad effetto, con lo scoprimento della cornice, recuperata da Desiderio, che "ritrae" l’uomo disteso a terra morto, o meglio che lascia vedere nel suo incavo il corpo morto dell'uomo che in questo caso, non sta più prendendo in giro Zoroastro, ma è realmente deceduto.
Ho apprezzato molto la recitazione di Claudio Di Palma.

Visto il 15-05-2011
al Comunale - Ridotto di L'Aquila (AQ)