La danza bharatanatyam è uno dei principali stili di danza classica indiana, che si ispira a temi religiosi e devozionali indù, e la sua tecnica è stata fatta risalire al antichi trattati religiosi e filosofici. Originariamente veniva eseguita esclusivamente da danzatrici del tempio di sesso femminile e non è stata eseguita sul un palcoscenico fino al 1930. Si avvale di un accompagnamento ritmico e musicale e di accompagnamento vocale di musica carnatica. La musica carnatica è considerata uno dei sistemi musicali più antichi del mondo, che risale al 2000 a.C. A partire dal XII secolo, solo in alcune zone del meridione indiano la scuola delle origini si mantenne pressochè inalterata, venendo però allo stesso tempo fortemente influenzata dai precursori del movimento bhakti, che ne arricchirono il repertorio con le loro liriche devozionali e ne facero un sistema principalmente vocale. In una rappresentazione di bharatanatyam la formazione di accompagnamento occupa il fondo della scena. In occasione di questa serata inaugurale si è presentata informa ridotta, ma rappresentata da musicisti d’eccezione : B.C. Manjunath (tamburo- mridangam), Jyotsna Shrikanth (violino), e K.S. Balakrishnan (canto e cimbali -nattuvangam).
Un programma di bharatanatyam di solito dura due ore senza interruzione. E’ costituito da un intero margam ovvero un repertorio tradizionale completo, dalla danza di offertorio iniziale, fino alla celebrazione conclusiva chiamata tillana, felicità del cuore. Ed è ciò che è stato eseguito sul palcoscenico del teatro Carignano domenica 20 settembre da Renjith Babu e Vijna.
Entrambi formati al Kalakshetra College of Fine Arts di Adyar di Chennai, la capitale del Tamil Nadu ,nel sud dell'India, sono partner di danza consolidati, una coppia di specialisti per eccellenza nella disciplina del bharatanatyam, che rappresentano in tutte le sue declinazioni: la perfezione della tecnica unita ad una chiara ed emozionante espressività. Renjith Babu esemplifica il meglio della danza, dello yoga e delle arti marziali; Vijna incarna la grazia, la delicatezza espressiva e la sensibilità ritmica. Mentre Renjith incarna la tecnica pura di bharatanatyam, Vijna rappresenta lo slancio che completa la forma, il principio di Shakti e Shiva nel linguaggio spirituale. La loro esecuzione estende i confini della danza tradizionale indiana e crea un nuovo punto di riferimento per l'estetica della rappresentazione di questa forma di danza devozionale, utilizzando tecniche tersicoree innovative. L’altissima qualità della loro performance è capace di catturare e stupire anche un pubblico eterogeneo. Tuttavia la loro interpretazione di questa disciplina antichissima è in puro stile bharatanatyam: classica e tecnicamente chiara. I piedi battono ritmi complicati; le gambe sono piegate in un caratteristico “plié”; le braccia, il collo e le spalle sono parte del movimento coreutico in forma naturalistica. Nelle sezioni di mimica, le mani raccontano la storia attraverso il linguaggio puro e convenzionale degli undici mudra, i sacri sigilli, mentre il volto esprime lo stato d'animo. Attraverso gli aspetti complementari di questi due artisti si visto Shiva, divinità tra le più articolate e complesse del pensiero filosofico e religioso indiano, incarnare nelle sue diverse manifestazioni l’ascetismo e la furia distruttrice, il dinamismo della danza cosmica e l’accettazione dell’impermanenza di ogni realtà.
Una serata dall’atmosfera magica in cui si sono fusi devozione, ascetismo, teatro mimico, grazia ed eleganza formali.
Danza
SHIVA ANANDA LAHARI
La danza bharatanatyam &eg…
Visto il
20-09-2015
al
Carignano
di Torino
(TO)