Fake For Gun No You è una tappa di All! il progetto cui Kinkaleri sta lavorando per l'anno 2012/2013, un progetto che riflette sulla figura di William Seward Burroughs senza essere uno spettacolo su di lui. Si parte dal linguaggio per approdare alla coscienza del suo potere e dei suoi effetti lavorando sullo spirito di libertà, come si legge nel programma di sala.
Un progetto composito dove ogni singola tappa è artisticamente autonoma.
Fake For Gun No You parte dalla ludicità del movimento del corpo, un movimento pre-coreutico legato al gioco fisico della lingua dei segni, quella dell'infanzia dove ogni lettera dell'alfabeto ha una sua precisa figura nel corpo tramite le quali i segni fisici diventano possibilità di movimento e, anche, di suono, stemperati nell'a-logicità serena del gioco infantile, o adolescenziale.
Prima una figura femminile da sola ci propone i segni di tutte le lettere dell'alfabeto, ripetendole una per una anche pronunciandole , per poi esplorare lo spazio circostante con una curiosità interiore, dove la ricerca sembra cioè muoversi dentro uno spazio mentale piuttosto che dentro lo spazio concreto in cui lo spettacolo prende forma.
Alle sue esplorazioni si aggiungono poi quelle di una figura maschile che la affianca, senza veramente interagire del tutto con lei, tranne in alcuni momenti dedicati, come quando si gettano reciprocamente un secchio d'acqua addosso o quando lei sale sulle spalle di lui.
La ripetizione, quasi ossessiva, l'introduzione di una pistola che
esplode alcuni colpi, rimanendo come oggetto manovrato per la sua forma e
non per la sua funzione sembrano le coordinate di una ricerca che piega
il movimento coreutico alla performance e al teatro.
Una coreografia eterea che a tratti affascina e a tratti distrae, eseguita con una certa approssimazione nei movimenti che non sappiamo dire se sia voluta o semplicemente eseguita così.
Una coreografia che poteva durare anche la metà del tempo o non finire mai.
Eppure alla fine della performance ognuno torna a casa con una emozione che lo spettacolo ha fatto emergere e ricordato.
Kinkaleri
Fake For Gun No You
All!
progetto produttivo 2012/2013
Progetto e realizzazione Kinkaleri
con Jacopo Jenna, Simona Rossi
produzione Kinkaleri, con il sostegno di Santarcangelo
Festival Internazionale del Teatro in Piazza
Luis Guerra
3 interlúdios e o galope do nariz
In soli 10 minuti Luis Guerra invade la scena come un esercito di fanteria travolgendo, seducendo, sgominado e conquistano la platea.
Su brani estratti da Il Naso di Dmitri Shostakovich Dmitriyevich si cimenta col suo strabiliante repertorio interpretativo e cambia, senza soluzione di continuità, e sempre con la massima pulizia e credibilità, le posture le più diverse, mentre l'impiego delle luci che gettano ombre diverse contribuiscono a modificare il sembiante del viso, modificato da espressioni e smorfie, facendolo apparire di età diverse nonostante il corpo scultoreo sia esposto dal costume che indossa che lascia a vista i pettorali e la parte superiore degli addominali scolpiti e magnifici.
Luis ha ora il portamento elegante e impassibile di un danzatore di classica, ora quello di un torero o quello di ...Cala Fracci, ora quello di un operaio con i suoi gesti nervosamente ripetuti, ora quelli da lavoratore dei mercati generali.
Questi cambi di postura (e sembiante) avvengono non solo in corrispondenza ritmica di certe cellule musicali della partitura ma anche come reazione emotiva a quel che la musica dice in quel momento e che hanno un effetto immediato sul pubblico.
Due i quadri, ripetuti due volte, uno dei quali effettuato al contrario (e al contrario viene anche suonata la musica...) durante i quali questo giovane, bravissimo e affascinante ballerino/coreografo portoghese dimostra come in 10 minuti si possa dire quel che altri, anche in questa stessa rassegna, nella danza e non, hanno detto in tempi molto più lunghi.
Apparizione ora angelica ora diabolica, sempre sostenuta da una forte autoironia, costruita non solo sulle sue doti di ballerino ma anche su quelle di perfomer che usa un fisico avvenente ora ostentandolo ora schernendolo, esercitando sul pubblico, maschile e femminile, una seduzione mai compiaciuta ma sempre irriverente come quando, mentre prende gli applausi, incrocia gli avambracci sul petto e, mentre si inchina, si tira i capezzoli verso l'esterno.
Un'apparizione fugace alla fine della quale il pubblico non può gridare ancora ancora!
Luis Guerra
3 interlúdios e o galope do nariz
Musica: brani estratti da “Il Naso” di Dmitri Shostakovich Dmitriyevich
Luce e suono: Zeca Iglesias
Produzione: Bomba Suicida
Bomba Suicida è una struttura sovvenzionata da DGARTES e partner delle strutture O Espaço do Tempo e AlkantaraFestival
Le belle bandiere
Autobiografie di ignoti
Elena Bucci si presenta con uno spettacolo ambizioso, incentrato sulle sue capacità effabulatorie, davvero notevoli, e su una partitura musicale complessa e di alto livello eseguita dal vivo al piano (con l'ausilio di sensori e interventi elettronici) da Raffaele Bassetti.
Un intreccio narrativo semplice il ritorno al paese d'origine è pco più di un pretesto per raccontare storia, vicissitudini e fantasie di alcuni personaggi di entrambi i sessi, che Bucci interpreta con un gusto a metà tra quello letterario e una verve squisitiamente teatrale esibendosi per oltre un'ora e trenta affascinando e ammaliando il pubblico. Però le storie che racconta, ci pare tradiscano l'urgenza dell'attrice di stare sulla scena piuttosto che quella di farsi strumento per portare in scena quei personaggi. Forse per l'accondiscendenza con cui ne interpreta mollezze e vanità, o per la sovrabbondanza interpretativa che finisce per appiattire differenze e individualità, il pubblico alla fine lascia la sala convinto della bravura dell'interprete ricordando poco delle storie raccontate, dei personaggi portati sulla scena.
Però Elena Bucci è davvero brava nell'imbastire una sonorità che spazia dal canto alla recitazione commistionate più che sostenute dalla musica dal vivo allestendo una macchina scenica che brilla di luce autonoma quella della la passione intrinseca per la narrazione fine a se stessa.
Le belle bandiere
Autobiografie di ignoti
al pianoforte Dimitri Sillato
suono, sensori, interventi elettronici dal vivo Raffaele Bassetti
luci Alessandro Ricci
produzione Le Belle bandiere
8
Bluemotion nata nel 2008 nell'ambito delle produzioni dell’ANGELO MAI raccolglie performer, registi, musicisti e artisti visivi per approntare delle creazioni collettive, risultato dello scambio e delle visioni dei membri del gruppo ma anche dell'intreazione con il pubblico.
8. 4 visi per 4 tende. Un piccolo accampamento, 4 tende disposte dirimpetto, al centro un grande materasso illuminato.
Sul materasso 4 cuffie che riportano quel che avviene dentro le tende dove i 4 performer incontrano il pubblico (uno spettatore alla volta) .
Il pubblico può sdraiarsi sul materasso ascoltare dalle cuffie, o incontrare i performer nelle tende.
Un incontro dove ragionare di Rilke o di Elliot, ma dove molto dipende da quanto il pubblico vuole aprirsi, stare al gioco, condotto dai quattro performer che sono bravi nel lasciar credere che sia il pubblico a farlo.
Una collettivizzazione del fare teatro per un modo altro di fare teatro, di incontrare il pubblico e, per il pubblico, di incontrare gli artisti, i quali, le quali, ognuno a modo suo, costruiscono un testo, un evento, una performance insieme al pubblico, sia essa una canzone-concerto, o una discussione su alcuni versi di Elliot, mentre ti offrono da bere un whisky o un biscotto da mangiare.
Un'operazione del genere funziona solo quando i e le performer sono sincerie e, pur senza coincidere perfettamente col personaggio che portano in tenda, mettono davvero qualcosa di personale in ogni incontro col pubblico, qualcosa che ogni singolo spettatore, ogni singola spettatrice, porta a casa, compreso qualche piccolo prezioso consiglio se ci scappa, coltivando nella memoria un incontro che rimarrà nella mente e nel cuore per parecchio tempo.
BLUEMOTION
8
Graziano, Giorgina Pilozzi, Laura Pizzirani e con Sylvia De Fanti,
Michele Boreggi e Daniele Tortora (Il Mafio).