“Da brivido, non convenzionale”, per citare il testo stesso di questo spettacolo visionario. Solitamente le recensioni si scrivono per accompagnare la scelta dello spettatore, per guidarlo: ma in questo caso è ben più utile un monito piuttosto che un vademecum. Leggere attentamente il titolo e fare le debite considerazioni prima di alzarsi dal proprio posto a metà spettacolo. Non è Shakespeare, è Ovadia, che ci offre un bouquet di fiori dall’olezzo pungente ma accattivante, travalicando i limiti del teatro “classico” e divenendo attore e retore allo stesso tempo. Una prova generale, una lectio magistralis a più voci, potrebbe essere anche un film o una tesi di laurea multimediale. Le etichette non bastano e non servono per spiegare quanto Ovadia si propone di fare in due ore di spettacolo incentrato sulla sintesi antologica del vero “Mercante di Venezia”, con tanto di citazioni attuali, riferimenti storici e sottotitoli per non esperti. Presenza sussiegosa e magnetica, Shel Shapiro completa l’eterogeneo puzzle di una tragi-commedia ironica e scomoda, come tutte le verità non dette.
Verona, Teatro Romano, 23 Luglio 2009
Visto il
al
Piccinni
di Bari
(BA)