Quando si pensa alla celebre opera shakespeariana Il Mercante di Venezia, il primo personaggio che affiora alla mente è di certo Shylock, ricco usuraio ebreo, personaggio che, nel tempo, ha subìto le più diverse interpretazioni, positive o negative, da parte di attori e registi che si sono sbizzarriti negli adattamenti: a partire, ad esempio, da Charles Macklin che verso la metà del ‘700 sconvolge il pubblico rendendo Shylock feroce ed insidioso, passando per l’interpretazione di Edmund Kean un attore della prima metà dell’800 che ha riempito il Drury Lane di Londra, arrivando poi al cinema con Orson Welles che nel 1969 ne interpretò magistralmente il ruolo.
Lo spettacolo Shylock della Compagnia dei Demoni, vincitore del Premio Palco Off al Festival Milano Off 2016, parte proprio da qui, dalla voce fuori campo di Orson Welles sulla quale fa la sua entrata in scena Mauro Parrinello che, a dispetto delle aspettative, non si presenta al pubblico come Shylock, ma come Tubal, un personaggio secondario dell’opera descritto come il migliore, anzi, l’unico amico dell’usuraio ebreo.
È dal punto di vista di Tubal che l’autore inglese Gareth Armstrong imposta, infatti, tutta la drammaturgia della pièce, che narra, sotto forma di monologo, l’intera vicenda del Mercante di Venezia, dalla genesi al suo epilogo, inserendo nel mezzo anche temi storici e spunti di attualità in un continuo gioco di rimandi, citazioni e battute.
Tubal racconta la sua visione della storia, il suo punto di vista; nella versione originale Shakespeare gli riserva solo otto battute, ma Armstrong gli dà finalmente voce, rendendolo protagonista e facendogli raccontare sfumature psicologiche di Shylock fino ad ora in ombra. La scena è libera e Tubal ne approfitta per ricostruire anche il puzzle di una storia che vede generazioni di ebrei ghettizzati, discriminati e perseguitati risalendo alle origini.
La traduzione di questa messa in scena è curata da Francesca Montanino che, studiandone approfonditamente il testo originale, ha creato l’adattamento.
Lo stile è quello tipico della stand up comedy e l’attore-regista Mauro Parrinello recupera tutta l’ironia inglese adattata al gusto italiano.
La regia è precisa e ritmata, la scenografia essenziale è formata da scatole di cartone che si modulano a seconda delle esigenze – ora diventano un ponte, ora una finestra, ora un banco di tribunale - e che nascondono pezzi della vicenda utili alla narrazione, così come il disegno luci che interagisce con l’attore è funzionale alla messa in scena.
Lo Shylock della Compagnia dei Demoni è uno spettacolo inaspettato, che colpisce per la sua semplicità ed efficacia.