Comico
SI SDRAI, PER FAVORE

Uno spettacolo esilarante

Uno spettacolo esilarante

Vladimir Luxuria e Roberto Piana
approntano uno spettacolo comico e allusivo sulla sessualità etero. Sul palco come la psicologa del sesso Paola Crepasse, coadiuvata dall'improbabile assistente Drag Fuxia,
con la quale alterna litigi a continue rivalità fra donne, Luxuria chiama il pubblico a partecipare, in poltrona o direttamente sul palco,  mentre ragiona sui comportamenti degli uomini e dello donne visti attraverso la lente della saggezza popolare codificata nei cliché e negli stereotipi che l'autrice-attrice sa usare con grande intelligenza, sfruttandone tutta la componente comica senza confermarne l'assunto maschilista, capovolgendone sempre il senso in una continua demistificazione visto che lo scopo del loro impiego è una risata liberatoria che emancipa la sessualità dalle pastoie dell'ideologia.

Spettacolo volutamente tradizionale nei siparietti della competizione femminile con Fuxia secondo un immaginario collettivo che ripesca a piene mani dal disegno animato e dal cinema (la bottiglia di veleno e la bomba classicamente tonda e con la miccia dei film muti coi quali PaolaVladimir cerca di liberarsi dell'ingombrante presenza dell'assistente soubrette (che si cimenta, tra le altre, in alcune riuscitissime rivisitazioni di Patty Pravo, Raffaella Carrà e Jessica Rabbit)  Si sdrai, per favore funziona egregiamente grazie al savoir faire della sua interprete che sa sfruttare le reazioni del pubblico che interpella per costruire uno spettacolo ogni sera diverso come gli uomini e le donne che la vengono a vedere. Un pubblico eterogeneo non composto solamente dal popolo lgbt, tanti uomini e donne etero vengono anzi a vederla dimostrando il successo di un personaggio che sa rivolgersi a tutti e a tutte indifferentemente dal sesso o dall'orientamento sessuale.

A vedere Si sdrai, per favore si ride, tanto e continuamente e se le risate di qualche spettatore possono indurre ilarità nella sua stessa interprete questa diventa parte integrante della messinscena.

VladimirPaola Crepasse non scade mai nella volgarità né nell'allusione fine a se stessa, come in altre operazioni simili, sapendo dosare i riferimenti espliciti al sesso, più che alle pratiche sessuali, con ammiccamenti che non nascono mai dalla licenziosità dell'allusione ma che costituiscono la reazione di Vladimir dinanzi i commenti del pubblico chiamato a dare spiegazioni su nomi o su situazioni (a cosa servono i fazzoletti in macchina? Cosa non manca mai nella borsetta di una signora?) dove il sesso non è mai il fine ma un mezzo per prenderci in giro nella nostra disinformazione e nel nostro imbarazzo a parlare di certe naturalissime cose (Quand'è l'ultima volta che ha fatto sesso col suo compagno ? chiede a una donna invitata sul palco Bene disegni sulla lavagna il sesso di suo marito...) per smitizzare e ridimensionare quell'aura da performance che ha fatto del sesso una prestazione, una millanteria invece che una espressione della propria fisicità, del proprio corpo che sa provare (e dare) piacere.

Dispiace solo per una battuta fatta en passant e della quale sicuramente le è sfuggito il risvolto maschilista e patriarcale quando, alla signora del pubblico fatta accomodare sul lettino della psicanalisi, fra le domande di un test cui la sottopone, tra le fantasie erotiche dinanzi le quali scegliere la preferita, Vladimir annovera assistere a due omosessuali che fanno sesso tra di loro, un aggettivo inutilmente trasformato in sostantivo come se l'omosessualità fosse un terzo sesso o se gli omosessuali non fossero degli uomini come gli altri. E subito dopo un commento davvero maschilista e patriarcale quando Paola|Vladimir si augura che almeno uno dei due omosessuali sia attivo perchè se sono entrambi passivi che fanno? Si mettono spalla contro spalla come nel logo di Robe di Kappa? Una caduta non di stile ma di sostanza in uno spettacolo leggero e disimpegnato che tradisce una ideologia maschilista patriarcale ed eterosessista, laddove il femminismo e il movimento lgbt da almeno trent'anni hanno disinnescato l'equivoco che la penetrazione dirima ruoli e importanza nel sesso tra uomini, ma che evidentemente è un pregiudizio ancora duro a morire se percorre la mente anche di chi sul superamento di certi schemi mentali ha costruito il proprio personaggio pubblico.

Ma niente paura un paio di battute, per quanto infelici, non inficiano minimamente la godibilità di uno spettacolo da vedere per sbellicarsi dalle risate e uscire da teatro molto più leggeri di quando si è entrati.



 

Visto il 08-05-2012
al dei Satiri di Roma (RM)