Lo scorso 20 e 21 aprile ai Teatri di Vita di Bologna è stato presentato Sideways Rain di Guilherme Botelho, spettacolo simbolo della compagnia ginevrina Alias, una delle più importanti compagnie svizzere di danza contemporanea. Dal 2010, anno della sua creazione, lo spettacolo ha girato l'Europa ottenendo un notevole consenso, sia da parte del pubblico che dagli addetti ai lavori.
Botelho incentra il suo lavoro sul concetto di struggle for life, la lotta per la sopravvivenza, che in Sideways Rain si esprime attraverso la messa in scena di una grandiosa maratona, in cui quattordici danzatori percorrono ininterrottamente lo spazio scenico in una sola direzione, sviluppando variazioni nel ritmo e nell'andatura, per generare una partitura atletica e lineare. L’allestimento dello spettacolo è semplice, minimale e il linguaggio utilizzato è essenziale e diretto.
Tredici danzatori entrano in scena a quattro zampe e attraversano il palcoscenico con un flusso incalzante: strisciano, scivolano, camminano, si muovono in posizione eretta o a carponi, rotolano avanti e indietro, si contorcono, cadono, si fermano improvvisamente per poi ripartire, il tutto senza pause, come fossero mossi da una forza invisibile, da un impulso atavico. La creazione di Botelho è una sorta di grande moto corale, una “competizione” podistica che non concede tregua.
Progressivamente i corpi mutano, il loro movimento si sviluppa verticalmente e si raddrizzano: è la storia dell’umanità che viene messa in scena. La condizione umana, il flusso della vita viene raccontato attraverso movimenti lenti, che si ripetono progressivamente, producendo un effetto quasi ipnotico
La creazione coreografica di Botelho è organica e funzionale, energica e vitale: il fluttuare costante e perpetuo dei quattordici danzatori in scena è in grado di farli sembrare in realtà centinaia. I danzatori si muovono seguendo linee invisibili, come mossi da una forza altra e sembrano tessere una tela sul palcoscenico dentro la quale si muovono come spinti da un richiamo primordiale: alla fine corrono da una parte all'altra tirando delle lunghe strisce elastiche e riempiono la scena con decine di linee bianche, creando un effetto visivo simile ad una 'pioggia radente', una “sideways rain” appunto, che scende sul palcoscenico con un effetto ipnotico.
Nello spettacolo di Botelho il tempo è lineare ma inesorabile, eterno, perpetuo, il paesaggio vissuto dai corpi in continuo movimento è un ambiente astratto, etereo.
Una delle caratteristiche principali della coreografia è la continuità, il flusso continuo: i movimenti dei danzatori, infatti, sembrano estendersi oltre le scene, in un’ulteriore dimensione spaziale e cronologica. Da sottolineare l’estremo rigore degli interpreti, impeccabili, tecnicamente preparati, perfettamente assorbiti e integrati nella partitura coreografica. La costruzione coreografica generale si alterna a brevi variazioni, piccole coreografie corali date vita dai danzatori, che tempestivamente vengono riassorbite in quella collettiva.
Classe 1962, Guilherme Botelho, brasiliano di San Paolo, inizia a studiare danza a 16 anni. Due anni dopo diventa ballerino della compagnia del Grand Théâtre di Ginevra.
In Guilherme Botelho convivono due culture diametralmente opposte, quella brasiliana delle sue origini e quella europea, che ha caratterizzato la sua vita a partire dall’adolescenza: questa sua duplice “natura” ha influenzato fortemente il suo lavoro. Nel 1987, infatti, insoddisfatto del linguaggio coreografico della compagnia ginevrina, crea la sua prima coreografia: il suo desiderio è di creare una danza “impegnata”, nella quale la ricerca del movimento si fonda sul coinvolgimento personale di ogni danzatore in rapporto al tema trattato. Nel 1993 opta definitivamente verso il lavoro indipendente, fondando Alias, la compagnia con la quale conduce un lavoro incentrato principalmente sulla ricerca di senso che dà origine al movimento.
Da qui l’importanza fondamentale nel suo metodo di lavoro dell’improvvisazione, mezzo imprescindibile per una creazione coreografica in grado di sviluppare la personalità dell’interprete e per esplorare quel “jet de vérité” (getto di verità) che sta alla base della sua concezione di movimento. Nel suo lavoro Botelho ricerca costantemente situazioni, immagini che evochino la vita, scardina le apparenze e le costruzioni fini a se stesse, trasformando il suo teatro-danza in un medium tra noi e il mondo, in una ricerca di verità e di smascheramento e appropriamento delle emozioni.
“Sideways rain” è un lavoro intenso, di forte impatto visivo ed emotivo, un viaggio attraverso noi stessi, una ricerca perenne e costante di vita, di verità, della nostra verità.