Lirica
SIMON BOCCANEGRA

SIMONE AD ALTORILIEVO

SIMONE AD ALTORILIEVO

Sontuoso e imponente l’allestimento di Simon Boccanegra che Hugo De Ana pensò nel 2004 per il Regio di Parma e che quest’anno, in occasione del bicentenario verdiano, viene intelligentemente riproposto in occasione del Festival.
Un sistema di grossi pannelli ruotanti su perni rende possibile il comporsi e ricomporsi di varie ambientazioni: strutture a telai in legno per il Prologo e gli spazi esterni, grandi riquadri decorati con splendidi altorilievi che paiono richiamare un Quattrocento dai vaghi rimandi transalpini, invece, per gli interni, ivi compresa la stanza del Consiglio. A corredo dell’insieme, alcune videoproiezioni con immagini di un mare leggermente increspato solcato da velieri e gli eleganti costumi di foggia tardo medievale, sempre a firma De Ana. Uno spettacolo pervaso da una certa cupezza, complici anche le luci che virano spesso sulle tonalità del blu, ma che mostra di funzionare alla perfezione, grazie anche ad una regia attenta a ogni dettaglio.
Nel ruolo del titolo Roberto Frontali ci presenta un Doge dalle notevoli sfaccettature psicologiche ben evidenziate da una mimica facciale di grande espressività; qualche leggera asprezza nell’emissione non limita certo una prova in cui egli rivela una vocalità salda e sicura, non priva di potenza e vigore. Pensoso e autorevole lo Jacopo Fiesco di Giacomo Prestia, la voce ha un bellissimo colore brunito che contribuisce a conferire solennità al personaggio, leggermente più solida forse nella tessitura bassa rispetto alla zona acuta, ma sempre ottimamente proiettata e ricca di suggestioni sonore. Carmela Remigio è una Maria bella e convincente; l’intonazione è ineccepibile, l’acuto squilla ed è luminoso, anche se il registro grave appare di corpo un po’ meno rilevante. Notevole per volume e potenza il Gabriele Adorno di Diego Torre, il bel timbro ricco di armonici e l’emissione sicura fanno dimenticare una certa qual rigidezza scenica. Marco Caria nei panni di Paolo Albiani ha saputo ben sottolineare l’ambiguità insita nel suo personaggio, sostenendolo con una voce di tutto rispetto. Buoni tutti i comprimari: Seung Pil Choi (Pietro), Antonio Corianò (Capitano dei balestrieri), Lorelay Solis (Un’ancella).
La direzione di Jader Beniamini si mostra attenta ad ogni dettaglio, capace ora di lirismo ora di dinamicità e vigore; egli ha saputo imprimere alla partitura la giusta energia, calibrando con precisione tempi e toni, così da conseguire un amalgama perfetto che ha saputo sempre valorizzare appieno i cantanti. Davvero buona la prova del Coro del Teatro Regio che si è mostrato ben coeso e preciso negli attacchi.
Il pubblico, numeroso e in buona parte straniero, ha decretato un sicuro successo della rappresentazione e si è mostrato sul finale prodigo di applausi per tutti.

Visto il
al Regio di Parma (PR)