Sin Aire, inserito nella rassegna Approdi, è la prima produzione del Nostos Teatro di Aversa nato e cresciuto sotto la guida della regista Silvana Pirone unita alla collaborazione di Luigi Imperato. Si tratta di un lavoro che combina diversi linguaggi, mettendo al centro della messa in scena quello corporeo, fortemente evocativo, di cui si serve come strumento di narrazione, mantenendo, al contempo, una certa distanza dalla pura danza, nonostante il confine si possa definire veramente labile.
Sin Aire è uno spettacolo che accoglie suggestioni da più parti, da uno studio sul Godot beckettiano al testo di Metternich I Ciechi, passando per la scelta di un'ambientazione che fa riferimento alla foresta dei suicidi in Giappone. Il luogo si presta particolarmente allo sviluppo del concetto pregnante di assenza, che trova realizzazione fisica nell'idea scenografica di cappotti sospesi come vuoti simulacri di anime smarrite. Al centro della vicenda i deliri di un uomo, il suo sentimento di inadeguatezza e le ultime conseguenze del proprio dramma interiore che coinvolgerà la donna da cui è amato (sdoppiata nella duplice rappresentazione di anima e corpo).
La cecità spirituale, soprattutto dell'uomo, che culmina in un duplice gesto estremo, si ricollega anche alla dimensione esistenziale e alla volontà di sfidare un Dio che non vede e che rifiuta di palesarsi, anche in extremis, agli occhi di un individuo orfano di fede. Sul capo degli attori troneggia, emblematica, una massiccia clessidra ispirata all'albero realizzato da Giacometti per la scenografia di Aspettando Godot: La sua forma prismatica la proietta allo sguardo dello spettatore come la punta aguzza di una cuspide che pende fissa sull'esistenza dei personaggi. Ugualmente incessante è la caduta di granelli che ricoprono materialmente pensieri, parole e azioni dei protagonisti che, pur percependo lo scorrere del tempo, in particolari momenti sembrano prenderne coscienza provando tutto l'orrore della sua inesorabilitá.