Musical e varietà
SISTER ACT IL MUSICAL

Sister Act il musical, ancora travolgente e divino

Sister Act il musical, ancora travolgente e divino

E’ finalmente in scena a Roma, al Teatro Brancaccio, Sister Act il musical, lo spettacolo che accompagnerà il pubblico romano per tutto il periodo natalizio, con l’obiettivo di rimanere in scena finché non mancherà la richiesta da parte del pubblico.
L’adattamento italiano è quello firmato da Franco Travaglio (che ha tradotto anche le liriche della canzoni) per la precedente edizione italiana in scena a Milano (2011). A portare Sister Act a Roma ci ha pensato Alessandro Longobardi (Viola Produzioni), in collaborazione con la Compagnia della Rancia.
Saverio Marconi firma una regia travolgente e spensierata, che nulla fa rimpiangere rispetto all’edizione precedente.
Il cast è completamente rinnovato, con un’unica eccezione: Felice Casciano torna a vestire i panni di Curtis Jackson, ruolo che aveva già interpretato un precedenza a Milano, e la padronanza del proprio personaggio, consente al performer di essere talmente disinvolto in scena, da far sembrare questo ruolo ormai “consumato”, ma che in realtà ha ancora molto da trasmettere al pubblico.
La storia è nota, ma nella versione teatrale si svolge a Philadelphia: Deloris Van Cartier è una cantante di night che assiste involontariamente a un omicidio; dovrà fare da testimone al processo contro il criminale di cui è stata amante, perciò la polizia la nasconde in un posto dove nessuno si sognerebbe mai di cercarla, il convento “Regina degli Angeli”. Assumendo la direzione del coro - con il nome di suor Maria Claretta - Deloris riporterà alla vita un luogo ormai destinato alla chiusura e trasmetterà alle consorelle nuova energia, ritrovando lei stessa, probabilmente, l’ispirazione per continuare il proprio cammino di vita.
Nei panni di Deloris, a guidare un cast superlativo, c’è la calda voce, in stile gospel, di Belia Martin, già cover del ruolo protagonista della versione spagnola dello spettacolo, prodotta da Stage Entertainment. Le eventuali difficoltà della performer con la recitazione in lingua italiana – l’adattamento di Franco Travaglio ha saputo fronteggiare il gap più evidente legato alla provenienza dell’artista, assegnando al personaggio di Deloris origini portoricane - possono essere superate con tranquillità, grazie all’energia che proprio la sua voce sprigiona e a una strabiliante predisposizione a coinvolgere i colleghi sul palco e il pubblico in sala.  Francesca Taverni è l’integerrima Madre Superiora, un ruolo vocalmente molto adatto a lei, che anche in questo caso, sfoggia uno stile interpretativo inconfondibile (anche se in alcune scene l’antagonismo del suo personaggio nei confronti di Deloris andrebbe ridimensionato, n.d.r.).
E poi ci sono le sorelle: la simpatica e trascinante Maria Patrizia (Manuela Tasciotti), la severa e ironica “suora rap”, Maria Lazzara (Claudia Campolongo). 
Molto applauditi anche i tre scagnozzi di Curtis (Silvano Torrieri, Vincenzo Leone e Renato Crudo, al quale va riconosciuta un’interpretazione strampalata quanto adorabile), improbabili seduttori in stile Bee Gees, nel brano Signora in nero.
Marco Trespioli è il timido agente Eddie “Umidino” Souther: un performer dalle indiscutibili abilità canore , ma la cui recitazione risulta forse ancora troppo “acerba” per il tipo di ruolo che è chiamato a interpretare.
Del cast fa parte anche Pino Strabioli, volto televisivo, che qui si presta a ricoprire il ruolo di Monsignor O’Hara, per il quale ha saputo costruire una adeguata caratterizzazione.
Special guest nel ruolo della novizia, Maria Roberta, Suor Cristina, che dopo l’esperienza televisiva di The Voice si cimenta nella sua prima esperienza teatrale: il destino ha però voluto che a ricoprire il medesimo ruolo nella replica cui abbiamo assistito fosse Veronica Appeddu: voce straordinaria, perfettamente aderente al ruolo, un'estensione da far quasi tremare il teatro insieme agli spettatori più esperti. Possiamo indubbiamente augurare a suor Cristina di seguire le orme di chi l’ha impeccabilmente sostituita…
La direzione musicale di Stefano Brondi è incisiva e, sotto certi aspetti, “rassicurante”; anche chi non conoscesse già lo score dello spettacolo (firmata dal premio Oscar Alan Menken) viene invogliato a cantare insieme alle scatenate sorelle e a tutti i protagonisti. Le coreografie di Rita Pivano risultano dinamiche e strizzano parecchio l’occhio alle atmosfere in stile Broadway.
Le scenografie sono meno imponenti rispetto all’allestimento milanese – al quale hanno proprio nulla da “invidiare" - e richiamano un “trionfo” di bifore, trifore e rosoni, elementi assai gradevoli alla vista.

Uno spettacolo assolutamente da vedere e che pare essere già pronto per una prossima tournée di successo in tutta Italia. Migliore augurio natalizio per questa produzione non potrebbe esserci.

Visto il 10-12-2015
al Brancaccio di Roma (RM)