Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, porta a teatro Slurp, lo spettacolo teatrale tratto dal suo ultimo libro: si parla sempre della classe politica italiana negli ultimi 25 anni, con particolare riguardo proprio ai giornalisti, che si prodigano in uno specifico “uso della lingua” (scritta e parlata, o meglio ancora, fisica), nei confronti dei potenti di turno.
Una collezione di citazioni e pensieri memorabili quanto improbabili, che però tutti dimenticano nell’arco di pochi anni. E Travaglio, con la sua solita sottile e pungente ironia e un sarcasmo da garbato entertainer, non risparmia nessuno, anche tra i colleghi, sia che essi provengano della carta stampata o siano telegiornalisti: da Vittorio Feltri, ad Alan Friedman, da Bruno Vespa a Gianni Riotta, passando per l’onnipresente Giuliano Ferrara.
Un puntuale e contestualizzato ripasso di storia del giornalismo degli ultimi due decenni, nel quale Travaglio è sostenuto in scena dalla performance dell’attrice Giorgia Salari, che ripropone in modo particolarmente appropriato, attualizzandole, autentiche cronache da Istituto Luce e Minculpop.
E infatti l’incipit dello spettacolo presenta un divertente confronto tra l’agenda settimanale (sportiva) del Duce e quella dell’attuale presidente del Consiglio; per poi concludersi, dopo l’infinita parabola del “leccaculismo” in Itala, nuovamente con un rimando a Benito Mussolini, il quale pare essere stato uno degli ultimi, nella storia recente, a non gradire particolari smancerie da parte degli esponenti dell’informazione.
Soffermandosi a riflettere, la soluzione che Travaglio propone a fine spettacolo per contrastare lo status quo di imperante piaggeria (inviare lettere, mail e telefonate di protesta ai giornali), sembra fin troppo facile, in quanto già largamente praticata dagli utenti dei vari media (lettori, telespettatori) e accolta favorevolmente da molti direttori di testata, che però preferiscono fornire risposte spesso edulcorate; perché, quando si ha a che fare con il potere, l’atteggiamento notoriamente prediletto è quello di “dare un colpo al cerchio e alla botte”.
SLURP
In Italia, se non fai Slurp, godi solo a metà
Visto il
20-11-2015
al
Colosseo
di Torino
(TO)