Smaller, Poorer, Cheaper, una poetica acrobazia!
Istanti di vita, visioni effimere che mescolano quotidianità e dimensione onirica, audacia e humour.
Un universo totalmente disgregato, deformato, dissonante dove la performance fisica s’impone drasticamente sulle note elettro-punk suonate dal vivo dal virtuoso Tim Barrass.
Fondata una decina di anni fa dagli acrobati Simon Yates e Jo-Ann Lancaster, la compagnia australiana degli Acrobat che ha girato il mondo con i suoi spettacoli poveri dal punto di vista estetico ma straordinariamente ricchi di poesia corporea è, indubbiamente, un’avventura creativa. Anni di esercitazioni e lavoro intenso all’insegna della semplicità e dell’alimentazione biologica che hanno forgiato come creta i loro corpi.
E sono proprio queste le circostanze in cui nasce e prende forma Smaller, Poorer, Cheaper, un manifesto, un’ode a una vita semplice, lontano dal lusso e dal consumismo.
Inventori di un universo assolutamente unico, questi strepitosi artisti hanno la capacità di combinare una tecnica acrobatica sorprendente con uno sguardo decisamente personale sul mondo circostante.
Sul palcoscenico nessuna scenografia fatta eccezione per un piccolo sipario in fondo alla scena, un tappeto e pochi altri attrezzi.
Fedeli alla loro filosofia minimalista, i due artisti australiani sono accompagnati in scena da un terzo acrobata, Mozez.
Tre figure, tre corpi elastici, tre universi poeticamente raccontati tra pericolose e sorprendenti acrobazie che traducono un immaginario sbrigliato, una gestualità piena di significati. I loro corpi volano, roteano, saltano, si attorcigliano e restano in equilibrio nel vuoto descrivendo e illustrando nello spazio aereo la quotidianità e i sogni dei rispettivi universi.
Una donna dal corpo esile ricoperto da un sottile velo e cosparso di riso, immagine eloquente dello sposalizio appena compiuto, ci racconta la solitudine femminile con dolorosa ironia ricordando le difficoltà della vita di coppia e le aspirazioni di libertà proiettate dall’alto di un trapezio che oscilla vertiginosamente.
Un uomo che tra ironici numeri di prestigio e un balletto, nudo, sui pattini a rotelle racconta anche il dolore macchiando di sangue il suo corpo atletico, attorcigliandolo e lasciandolo precipitare da una corda.
E infine Simon che in bilico su una fune elastica lo osserviamo mentre si sveglia, fa colazione e si prepara a uscire, il tutto condito da una comicità e un’agilità acrobatica a dir poco sorprendente; una metafora divertente della vita trascorsa continuamente in equilibrio cercando di non precipitare nel vuoto.
Li si identifica più facilmente col nuovo circo ma la verità è che gli Acrobat escono fuori da qualsiasi schema; non si sa esattamente se si tratti di danza, di circo o di teatro ma in fondo poco importa talmente è bello ciò che riescono a creare.
Uno spettacolo per grandi e piccini che affascina e incanta lasciando spazio anche alla riflessione.
Teatro della Tosse, Genova 19 novembre 2008
Visto il
al
Della Tosse
di Genova
(GE)