Macerata, cineteatro Italia, “Snow White” di Ann Liv Young
IL PROVINCIALISMO E LA PROVOCAZIONE
La rassegna maceratese “Altri percorsi”, che ha in cartellone nomi notissimi della ricerca teatrale nazionale, dalla Raffaello Sanzio a Fanny & Alexander a Danio Manfredini, si è inaugurata con una compagnia americana, la Ann Liv Young dance company, il cui manifesto ha su “lo spettacolo contiene scene di nudo integrale; se ne consiglia la visione a un pubblico adulto”, cosa che mi ha lasciato perplesso, perchè il pubblico maceratese, preparato a livello teatrale come pochi, ha seguito con fiducia e convinzione in questi ultimi anni Emma Dante, Latella e altri che non si sono di certo limitati quanto a nudità, artisti che hanno coniugato il nudo in scena a contenuti ideologici ed etici forti, sempre interessanti ed intelligenti, cifre stilistiche denotative e connotative.
Ma certo il pubblico non era preparato all'artista newyorkese, soprattutto non era preparato a uno spettacolo privo di senso, in cui la nudità è fine a se stessa. Forse provocazione, nelle intenzioni. Ma oggi come oggi la nudità è provocazione? Quello che mi dà da pensare è che, leggo nel programma di sala, la critica newyorkese ha definito gli spettacoli della Young “magnetici e provocatori per la messa in scena della nudità completa, mostrata senza censure né compromessi”. In verità sono passati anni, anzi decenni, da quando la nudità era provocazione (tra i tanti, penso ai nude speech dell'architetto Undertwasser, oppure le foto del critico d'arte Achille Bonito Oliva). Il porno, dal vivo, sull'internet e al cinema, ha sdoganato pressochè tutto: un fallo di gomma in scena non è oggi né provocazione né scandalo. Soprattutto se superfluo (la protagonista specifica che questa sera non se lo introduce nella vagina, come invece di solito fa, perchè ha partorito solo da due mesi).
Così la performance della Young, in scena con due assistenti, un uomo e una donna, costituito esclusivamente da un mix di canzoni famose e due sole scene (o-scene, oscene) recitate in francese (la prima un inutile turpiloquio), non stupisce e non scandalizza. Lascia perplessi: non afferisce nulla di nuovo e non fornisce agganci all'immaginazione e alla “brain activity”. La stessa improvvisazione (finta, fintissima, compresa la – bravissima – finta interprete) non c'è. E allora, perchè scomodare Biancaneve per questo (brutto) karaoke?
Dispiace che il pubblico rida al rutto che la Young fa al microfono (un rutto fa ridere?) oppure che trovi divertente che la stessa chieda in continuazione “Any questions?”. Forse perchè non c'è null'altro. E a non ridere (anzi ridacchiare) si apparirebbe provinciali, forse.
Alla fine applausi tiepidi e molta perplessità.
Visto a Macerata, cineteatro Italia, il 4 novembre 2007
FRANCESCO RAPACCIONI
Visto il
al
Italia
di Macerata
(MC)