Uno straordinario Massimo Ranieri è padrone della scena, in un recital dal gusto scanzonato, scherzoso, ironico e provocatorio come il titolo che lo presenta: Sogno e son desto.
Uno straordinario Massimo Ranieri è padrone della scena, in un recital dal gusto scanzonato, scherzoso, ironico e provocatorio come il titolo che lo presenta: Sogno e son desto.
Mancano il corpo da ballo, le pagliette e i lustrini ammirati nel precedente spettacolo di successo dell'artista (Canto perché non so nuotare… da 40 anni, ndr).
L’impianto del nuovo recital è più semplice, intimista; sul palco, insieme al famoso cantante, vi è solo una piccola orchestra di cinque elementi che vede alle chitarre Massimiliano Rosati, al pianoforte Flavio Mazzocchi, al basso Mario Guarini, alla batteria Luca Trolli e infine Donato Sensini ai fiati.
Ranieri è un vero e proprio cantante raccont-attore; interpreta molteplici brani d’autore con assoluta personalità. Propone una carrellata di canzoni d’autore che spaziano da Io vivrò senza te di Lucio Battisti, a Lo shampoo di Giorgio Gaber, da Don Raffaè di Fabrizio De Andrè e Roberto Murolo a E allora, da Vedrai vedrai di Luigi Tenco a La stagione dell’amore di Franco Battiato.
Non mancano ovviamente canzoni della tradizione napoletana come O sapunariello di Raffaele Viviani, Era de maggio, O’ zappatore di Mario Merola, I’ so’ pazz’ di Pino Daniele (brano di apertura dello spettacolo). Il cantante appare visibilmente emozionato dal grande affetto dimostratogli dal pubblico con lunghi e calorosi applausi.
Ma attenzione non è solo un concerto quello proposto. C’è una dimensione scenica e, ai tantissimi brani si alternano anche letture di poesie e passi di libri (tra gli autori letti: Palazzeschi, Merini, Collodi). La musica e le parole narrano storie di coraggio, d’amore e di dignità. Il coraggio non degli eroi ma degli antieroi, degli umili, dei vinti. Alle storie di vita si intrecciano anche aneddoti personali offrendo tanti spunti di riflessione.
Lo spettacolo in definitiva è un inno incoraggiante alla vita; a tal proposito bella la scelta di concluderlo con il brano spagnolo Gracias a la vida di Violeta Parra.