Il temibile squalo di Spielberg, il mostro degli abissi, attraversa il palcoscenico ‘marino’ del Sistina dove l’amministratore di una grande società (Alberto Luca Recchi) rinuncia a tutto per seguire la sua passione per il mare.
Un interlocutore fantasioso accompagna il bizzarro protagonista di questo spettacolo, nel suo viaggio alla ricerca degli squali da fotografare, senza temere niente, mentre il sogno si confonde con la realtà.
Recchi spiega che lo squalo non ama la carne umana, è innocuo e quando attacca l’uomo lo fa perché lo scambia per qualcos’altro.
Ma accanto all’amore del fotografo c’è la dolorosa testimonianza di un uomo che finisce i suoi giorni dilaniato da uno squalo. E anche se il dolore nelle parole del testimone è talmente forte da non riuscire più a sentirlo, l’uomo prosegue senza sosta le sue immersioni nei mari di tutto il mondo alla ricerca del ‘bianco’.
Nel mare ci sono anche le sirene e il canto seducente di una graziosa sirena (Giulia Ottonello) ammalia il fotografo mentre la moglie (Beatrice Luzzi) lo richiama al dovere ormai esausta per i suoi continui viaggi.
Lo squalo come paura dell’ignoto e ricerca interiore, diventa l’unico motivo di vita di uomo che segue la sua macchinetta mentre sprofonda negli abissi e lascia la moglie che piange il compagno di una vita vissuta all’insegna della passione.
Roma, Il Sistina, il 9 ottobre 2006
Visto il
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Nuovo
di Milano
(MI)