Le uniche note di colore sul palco sono una sedia rossa e il filo rosso del microfono, al centro il protagonista illuminato da un cono di luce che, per più di un’ora e mezza, racconta, interpreta e collega argomenti disparati. Stand Up Balasso è uno spettacolo giocato interamente sulla parola che stupisce e diverte e che, in modo arguto, consente di passare attraverso temi svariati e tempi storici differenti.
Il protagonista attinge al patrimonio di dieci anni di carriera e passa dalla rivisitazione dei miti dell’Iliade e dell’Odissea, accostati ai paradossali e rudi miti delle sue zone d’origine, alle considerazioni semiserie sui peccati capitali da rinnovare a seconda dei periodi storici, all’interpretazione, cui ci ha abituato, di un Gesù pratico e ricco di buon senso. E poi giochi di parole virtuosistici (“I somari dei sumeri semiti”) e digressioni filologiche molto comiche sui diversi dialetti veneti, sempre legati agli stili di vita e al pensiero gretto, oggetto costante della sua ironia caustica.
“Questo spettacolo è fatto quasi solo di premesse”, grazie alle quali tutto appare scorrere e avere una consequenzialità naturale. Il monologo funziona e Balasso diverte molto senza cadere nella ripetizione, grazie ad una notevole presenza scenica e alla pura capacità di raccontare.
Una comicità denunciata in quanto tale e fine a se stessa, sempre intelligente e ben modulata dalla grande versatilità di un comico che è anche attore e ottimo narratore.