Prosa
SUOCERI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

Divertente (quasi) banalità

Divertente (quasi) banalità

Suoceri sull’orlo di una crisi di nervi sicuramente non è stato il miglior testo brillante scritto da Mario Scaletta. L’ennesima rivisitazione dei Montecchi e Capuleti, impersonati da due ricchi dirimpettai, condita da aromi indiani non riesce ad essere così gustosa per come l’autore e il cast di valore faceva presagire. Certo, si tratta di teatro umoristico ma sono stati appunto  i momenti in divertimento a latitare.    
Una trama semplice:  i giovani che si apprestano a sposarsi sono figli di due vicini di casa, un colonnello in pensione e uno scrittore in crisi creativa, impegnati in una  quotidiana guerra urbana fatta di ripicche e provocazioni che non sfociano comunque in gravi battaglie per i buoni rapporti intrattenuti dalle moglie. Su questo canovaccio sono imbastite le gags e le battute che a volte sanno di barzellette stantie. Ma se le freddure provengono da quel vecchio leone che è Gianfranco D’Angelo la risata è comunque assicurata.
Peccato che però lo spettacolo sembra camminare con una gamba sola: la caduta di tono è tangibile appena Gianfranco esce di scena. Eleonora Giorgi, la moglie psicologa dello scrittore D’Angelo, non  si capisce se sia vip, vamp o svamp. La sua recitazione nevrotica e irrigidita (quasi da debuttante) non solo nega risalto alle battute, addirittura a momenti ne fa perdere la comprensione. Nini Salerno, il colonnello contendente, sembra troppo poco sfruttato sia come spalla del perno comico della commedia e sia come personaggio caratteristico. I due fidanzatini (Simona D’Angelo e Domenico De Santi) sono poco brillanti, soprattutto il figlio adottivo del colonnello che dovrebbe sfruttare l’idea comica delle origini indiani, in stile Bholliwood. Una buona interpretazione ci è sembrata quella di Andrea Garinei simpatico maggiordomo. Completamente improbabile ci è parsa l’interpretazioni di quella che doveva essere la gag più comica del secondo atto: l’ingresso in scena dello psicopatico (Francesco Jelo) in cura alla Giorgi/psichiatra. Insomma… fortuna che c’è sempre il vecchio Gianfranco a salvare la situazione, anche con riferimenti comici e satirici  all’attualità più immediata.
Chissà se il veterano comico abbia avuto la sensazione della non completa soddisfazione del pubblico in sala (teatro Regina Margherita pieno in ogni ordine di posto), se alla fine dello spettacolo e dopo i soliti applausi a chiusura sipario, si è presentato sul proscenio è ha trattenuto e intrattenuto il pubblico per una decina di minuti. Sono stati dieci minuti di puro cabaret in stile D’Angelo, i dieci minuti più divertenti della serata.
 

Visto il 15-03-2011
al Regina Margherita di Racalmuto (AG)