Prosa
TADDRARITE

Taddrarite: quella sororanza tra donne

Taddrarite: quella sororanza tra donne

Tre donne in piedi dritte di proscenio, Franca, Rosa e Maria.
Guardano verso il pubblico.
Non quello in sala ma quello che è venuto a rendere omaggio al morto, il marito di una delle tre, cognato delle altre due.
Le tre sorelle vegliano il morto sgranando un rosario che diventa occasione di racconto rivissuto delle proprie vite al di qua e al di là di un patriarcato che le ha segnate tutte.
Vittime prima di tutto del fascino maschile per il quale hanno lasciato presto la casa materna per accasarsi, scoprendo che gli uomini amati erano violenti, sessuomani, fedifraghi, lavoratori, scansafatiche, presenti e assenti al contempo.
Ritornato sulla scena romana con un nuovo organico che vede le new entry di Melania Gemma e Giovanna Mangiù, accanto a Luana Rondinelli che, oltre alla firmare regia e testo, intepreta Franca, Taddrarite testo che conosciamo e abbiamo frequentato da quando ha vinto il Roma Fringe Fest nel 2014, continua a soprenderci per la capacità sempre nuova che ha di imporsi nel cogliere i lacerti di vita delle tre protagoniste, una vita disperata e ilare ma mai spezzata nemmeno quando il racconto del loro dipanarsi fa tremare i polsi

Nel testo le tre sorelle si raccontano e si giudicano con popolare saggezza, mentre traspaiono non solo i comportamenti maschili ma anche quelli femminili in un contrappunto nel quale, nonostante tutto, le tre donne hanno la meglio e non perché i rispettivi consorti siano ormai morti (in realtà quello di Franca è divorziato non morto, ma è come se) ma perché pur se vessate, picchiate e costrette nei ruoli di mogli, madri e serve (nel caso di Rosa anche dell'amante del marito) Franca, Rosa e Maria sono sempre presenti a se stesse, mantenendo sempre viva la consapevolezza di chi sono, di cosa fanno, da dove vengono e dove vanno. 

Grazie a una resistenza umana ignota ai maschi queste tre fimmine sono sopravvissute ai mariti, pronte, adesso che sono vedove, ora che non vivono più al buio come quei taddrarite (pipistrelli) da cui prende nome il testo, a dedicarsi alle proprie esistenze.

Luana Rondinelli ha scritto un testo in equilibrio perfetto tra dialetti siciliani (Palermitano e Catanese) e lingua italiana che è una gioia da ascoltare (e leggere, per i tipi della casa editrice Libridine), dove la diversa sonorità della lingua diventa cifra del carattere di ognuna delle tre sorelle, unite da una solidarietà che parte sempre dal propprio contigente di donne vessate da un patriarcato endemico cui contrappongono un'artigianale, intelligentissima saggezza popolare che le sostiene nel risolvere la propria situazione in maniera personale secondo delle cordinate immediatamente riconoscibili.

Che sia il denaro del secondo marito per Franca, la vendetta alimentare sul marito diabetico per Maria o la comprensione di Rosa del peso che anche l'amante del marito in quanto donna avverte su di sè , queste donne non rinunciano mai a quella sororanza che le accomuna e, in fondo, le salva.

Rondinelli cura moltissimo anche la regia con una rara e preziosa sensibilità verso le due attrici che la affiancano in scena senza spadroneggiare mai nella recitazione, attentissima a non rubare mai la scena, lasciando loro tutto lo spazio che necessitano anche con un oculato impiego delle luci che ora escludono ora includono le tre protagoniste, passando da un dialogo a dei piccoli monologhi, durante i quali le altre due sorelle sono oscurate del tutto o rimangono piccola presenza giusto illuminate di volto.

Brave anche le due new entry Melania Genna e Giovanna Mangiù che non fanno rimpiangere le interpretazioni che furono di Claudia Gusmano e Anna Chiara Giampino.

Dispiace solo - e ci perdonerà l'interprete se ci permettiamo di farlo notare - che il personaggio di Rosa, interpretato da una attrice giovane, rimanga un poco sacrificato nel suo vissuto di moglie con in casa l'amica (del marito): una età più matura avrebbe colorato di un'ombra più amara quell'adulterio tra le mura domestiche.

Taddrarite è uno splendido esempio di ottimo teatro, che rinfranca l'ottimismo lasciando intendere che in questo paese c'è chi ancora il teatro lo ama e lo sa fare davvero bene.

 

Visto il 19-04-2016
al Garbatella di Roma (RM)