Quando una danza nata su una musica rimane orfana della propria genitrice: ecco come si potrebbe intitolare lo spettacolo di Esteban Moreno, Claudia Codega e gli allievi della loro scuola di tango, rappresentato presso la famosa Oficina Tangopolis di Roma ma anche al Teatro Politecnico, alla Chiesa sconsacrata Angelo Mai e alla CasaMalena di Napoli, dal 9 dicembre al 7 gennaio. L’anteprima a cui ho assistito era intitolata “Tango Rosso”.
Alle 21.05 ci siamo tutti accomodati in questa sala, che come immaginavo è piuttosto piccola e ospita poche persone, sedute su sedie dispose in quattro file o anche in piedi. Lo supponevo per via del prezzo contenuto ma pazienza: qualcosa si riesce a vedere. Si spengono le luci e si sente una voce (quella di Mimma Mercurio che è anche direttrice artistica) che “interpreta” (…) un testo altamente metaforico e poetico (?) di Alex Cantarelli (altro direttore artistico) che si intitola “Rosso”. Va beh.
Cominciano finalmente le danze. Entrano in scena due coppie. Una, al centro della sala, usufruendo di una sedia ed in seguito del pavimento, comincia a strusciarsi (non chiedetemi di più, vi prego), l’altra accenna dei passi lentissimi (forseuna salida basica) sulle note dei “Massive Attack”. Per fortuna dura pochi minuti e spero volesse essere solo un’introduzione “originale”. Ma niente da fare: si susseguono altre quattro brevi danze su una musica “arabeggiante”, una brasiliana, una rock; tutto, tranne il tango. I passi sono quelli del tango, rallentati, velocizzati, maltrattati pur di farli entrare su quei ritmi, ma di Astor Piazzolla oppure degli odierni Gotan Project neanche l’ombra!
Il tutto si conclude con una bambina che entra, tenendo in mano un barattolo di vetro con delle biglie, poi lo posa, mentre gli altri ballerini sono tutti fermi in piedi e prende uno straccio con una scritta (credo sia “ME” ma non si capisce bene, perché un lembo vi ricade sopra, coprendola) forse in riferimento all’introduzione parlata e sempre, quindi, altamente simbolica. Fine.
Guardo l’orologio: le 21.35! Tutti i ballerini salutano gli spettatori in sala, probabilmente amici e parenti, e mi rendo conto che ho assistito ad una truffa, cioè un saggio a pagamento. L’Oficina Tangopolis, però, oltre ad essere una sala da ballo, una scuola di tango ed uno spazio che ospita workshop ed esibizioni di principianti, propone molte serate a pagamento, come questa, quali spettacoli di professionisti, distribuendo anche locandine e volantini in tutta la città e secondo me, se mi è permesso dirlo, non è onesto nei confronti degli spettatori, che devono sempre essere messi al corrente di cosa andranno a vedere.
Oficina Tangopolis, Roma, 7 gennaio
Visto il
al
Oficina Tangopolis
di Roma
(RM)