Associazione Culturale Dello Scompiglio (Vorno) / Compagnia CaRma (Roma)
EPICA POP
Tre panda (tre attori che indossano dei costumi) si aggirano in uno spiazzo erboso di uno dei lotti di Garbatella, i cortili dei palazzi di edilizia popolare fatti costruire da Mussolini (destinati agli sfollati degli smembramenti cittadini del centro storico). Si rotolano a terra, si grattano la schiera contro un albero (gesto più da orso che da panda che vivono negli alberi...) impassibili rispetto la gente che si è raccolta intorno a loro a guardarli, i bambini impazziti di gioia, gli adulti curiosi e un poco distratti.
I panda sono attratti sempre di più da oggetti che trovano in terra, che iniziano a raccogliere e collezionare. Una curiosità che li trasforma in esploratori, in scienziati. Ed ecco allora gli attori togliersi i costumi da Panda, lentamente, prima la grossa testa, poi la parte superiore del costume. E più si spogliano del costume più si concentrano sui reperti che trovano nel terreno, iniziando a catalogarli, a metterli in bustine numerate, prendendo distanze col metro. Intanto, liberatisi del tutto dai costumi da panda, mostrano delle tute bianche di materiale leggero da protezione che indossano assieme a occhiali e maschere di sicurezza. Così bardati si aggirano per lo stesso spiazzo erboso che ora esplorano come astronauti alieni sul nsotro pianeta. Poi la donna del gruppo trova una busta seppellita nel terreno, e durante questo ritrovamento avviene una seconda trasformazione i tre scienziati dismettono i vestiti di protezione e rivelano, sotto, degli abiti borghesi da cerimonia: giacca e cravatta per i due uomini un abito lungo per la donna. I tre sono colpiti dal ritrovamento (del quale gli spettatori ignorano la natura) e si mettono in pose solenni più da funerale che da matrimonio. La donna destabilizzata cada a terra diverse volte, viene sorretta dai due uomini si precipita più volte sulla busta ma viene sempre trattenuta finché ne estrae un piccolo panda che accudisce amorosamente. Ed ecco che i tre tornano a vestire i costumi da panda e tutto torna come all'inizio ma adesso oltre ai tre panda adulti c'è anche un cucciolo.
Porto nel bosco tutto quello che penso possa mancare.
L'inutilità di un movimento metropolitano, il gioco di una ragazza sola, le grida del pazzo del villaggio. Piccole storie che mi porto dentro e penso siano adatte alla bellezza di tutto questo verde spiega nelle note di regia Marco Carulli che ha allestito piccolo evento-istallazione-momento che rimane indelebile nella mente di tutti quelli che hanno avuto la fortuna di assistervi.
idea e regia di Mauro Carulli
con Marco Conti, Marco di Campli San Vito, Mariagrazia Pompei
FIGLIDIUNBRUTTODIO
I personaggi di questo spettacolo per i loro autori-interpreti fanno ridere. Si tratta di due barboni, che vivono mangiando scatolame scaduto, deprivati talmente di affettività che uno dei due accarezza topi, mentre attendono un autobus che non passa mai. Gli altri personaggi sono due fratelli gemelli, uno in fin di vita, mentre l'altro fortunato finalista per entrare in un reality show, si confronta col cinico conduttore del programma tv.
Bastano questi personaggi figli di un brutto Dio per fare uno spettacolo? Secondo il pubblico che applaude calorosissimo sì, ma il dubbio che il cinismo tanto vituperato nella tv sia lo stesso che fa ridere di situazioni che da ridere non sono affatto, o lo sguardo antropologico col quale si mostrano con un certo compiacimento mostruosità moderne (i reality show) e quelle secolari (la povertà) per far sentire gli spettatori migliori e più fortunati di quei personaggi è un dubbio che assale costantemente durante la visione. FIGLIDIUNBRUTTODIO è uno spettacolo tutto incentrato sulla parola, con un impianto comico degno del miglior (?) cabaret televisivo che si rivela sicuramente figlio dei tempi, un teatro istantaneo che dissimula la sua occasionalità annegandola in una estenuate verbosità.
Compagnia MusellaMazzarelli (Milano)
FIGLIDIUNBRUTTODIO
uno spettacolo di e con
Paolo Mazzarelli e Lino Musella
scatti fotografici
Matteo Delbò
Spettacolo vincitore bando In Box 2010