L'unico spettacolo che siamo riusciti a vedere, a  causa di una pioggia torrenziale, è

Educazione fisica una produzione del Centro di Ricerca per il Teatro di  Milano che presentato uno spettacolo corale che mette in scena 13 tra ragazzi e ragazze vessati dallo stesso professor di educazione fisica, pieno di fisime e del quale tutti e tutte hanno una reverenziale paura.

Lo spettacolo è costruito sul rapporto di ognuno di loro col professore e mentre presenta, sviluppa e mostra il loro carattere sviluppa in contrapposizione la retorica del professore sul doppio binario dell'umiliazione (Tu, per esempio, chi sei? No, non importa. Tanto non lo
sai. Non sapete niente. Il vostro problema è che non sapete niente dice il prof con malcelato odio) e della retorica (propaganda ?) di fascistica memoria (aggiornato alla lingua inglese If you c'ant the you must).

Sorprendente la regia che riesce ad articolare una azione di massa dove tredici giovani sanno muoversi nello stesso spazio a stretto contatto interagendo ogni momento (curatissime anche le controscene che in un lavoro corale sono scene tout-court) in azioni dalla spiccata fisicità, debole però dal versante drammaturgico. Tra lungaggini e ripetizioni il professore più che un adulto autoritario e patriarcale sembra un povero diavolo con delle stranezze di carattere e i ragazzi mantengono intatta una solidarietà che invece spesso lascia spazio a una competizione feroce e individualista.

Ottimo esempio di realizzazione teatrale lo spettacolo manca di un vero cui prodest perchè non affronta davvero le dinamiche di sopraffazione insite nel concetto stesso di sport lasciandosi tentare dalla piacevolezza di una messinscena ludica che, se affascina per la bravura degli e delle interpreti, distrae però dal discorso critico che si poteva fare e invece non viene fatto.

Una occasione mancata un'ottima prova per gli e le interpreti.