Prosa
TI RACCONTO IL 10 MAGGIO

Maradona e c. nei ricordi di un padre tifoso

Maradona e c. nei ricordi di un padre tifoso

Dopo il sorprendente successo di “Juve Napoli 3 a 1” (sorprendente in quanto realtivo ad una piccola produzione indipendente), La ditta Di Matteo-Miale-De Giovanni (rispettivamente regista , attore ed autore), torna sulle scena con una seconda puntata dell’ideale saga dedicata alla squadra partenopea, croce e delizia dei suoi tifosi, con “Ti racconto il 10 maggio”. Anche in questo caso il punto di partenza è il pamphlet  di Maurizio De Giovanni, autore tra i più letti degli ultimi anni in Italia, grazie alla fortunata serie gialla dedicata al commissario veggente Ricciardi ambientata nella napoli del ventennio, ma anche grazie alla sua passione sfegatata per la squadra che nel 1987 e nel 1990 fu vincitrice di due celebratissimi scudetti. Ed è appunto alla giornata di quella domenica del 1987, in cui per la prima volta avvenne quello che i tifosi aspettavano da decenni, che è dedicato il racconto e quindi lo spettacolo ad esso dedicato, di cui, come per il precedente, è regista Massimo De Matteo ed interprete Peppe Miale. A differenza del precedente spettacolo in scena, a dare voce al microcosmo di tifosi festanti nella giornata della “vittoria”, Miale non è solo ma a rivivere il ricordo dell’epico percorso verso lo scudetto lo accompagna un gruppo di cinque attori, composto da Giovanni Allocca, Lello Giulivo, Bruno Tramice, Angela De Matteo e la giovane Serena Monaco. Il pretesto per rivivere quella giornata è offerto dalla volontà di un padre (Miale), ora ultra quarantenne, che per trasmettere alla propria figlia (Monaco) una passione che esula dalla fredda ed impersonale schiavitù telematica del giovane contemporaneo, decide di raccontarle, in una sorta di “ritiro” sulle rive di una spiaggia del litorale campano, il giorno in cui, per una volta, la città condivise la stessa gioia, una gioia che significò per molti qualcosa di più che per una semplice vittoria sportiva. A far da rinforzo alle proprie parole ed ai propri ricordi, il protagonista scegli tre amici, tre uomini che condivisero la stessa esperienza, l’allora studente (Tramice) ed il suo riluttante padre (Giulivo), uniti dal ricordo della tifosissima madre e moglie, scomparsa pochi mesi prima di quel giorno, ma viva negli occhi dei due uomini, attraverso i quali poté ammirare le gesta di Maradona e c., e quello che era l’allora garzone di bottega (Allocca), che pur non assistendo alla partita si industriò per la grande parata con una 500 truccata che non riuscì, però, mai a partire. L’accorato genitore, i tre uomini e persino la presenza ectoplasmatica della donna (De Matteo) riusciranno nell’ardimentoso intento, facendo inorgoglire la ragazzo per l’appartenenza a quel mondo, pur se venticinque anni dopo.
Lo spettacolo, soffre forse un po’ troppo di ripetitività, e non ottiene, a nostro modesto avviso, lo stesso impatto vincente del suo predecessore, restando un godibile esperimento rievocativo per il pubblico di nostalgici, ma anche per quello dei tifosi contemporanei. Miale cerca di trovare lo stesso pathos di “Juve Napoli” pur non riuscendone a bissare la leggera e scanzonata forza rievocativa, rallentata, probabilmente, dalla struttura drammaturgica a più voci. Lello Giulivo dona una giusta coloritura, non eccessiva ma incisiva, al suo personaggio, che da scettico ritrova nel calcio una sorta di viatico per rivivere la sua storia d’amore con la moglie scomparsa, interpretata dall’eccellente Angela De Matteo, presenza assolutamente vincente e punto di forza dello spettacolo, che canta e recita con misura restituendo una figura femminile, di madre e moglie, di grande vis emozionale. Buone anche le prove di Giovanni Allocca, sempre più pronto a divenire uno dei più validi caratteristi della scena, divertente e mai banale, e di Bruno Tramice, a cui, forse, è stato affidato il ruolo meno dettagliato ma che si esprime nella delicatezza di un ricordo fanciullo.

Visto il 06-12-2011
al Piccolo Bellini di Napoli (NA)