Musical e varietà
TITANIC - THE MUSICAL

Titanic, il racconto di un passaggio di secolo

Titanic, il racconto di un passaggio di secolo

Il Teatro Comunale di Bologna - dopo il successo di Les Misérables, Ragtime ed Evita – prosegue la propria collaborazione con la Bernstein School of Musical Theatre: fino al 16 luglio è in scena presso il teatro felsineo il musical Titanic, con musiche e liriche di Maury Yeston e libretto di Peter Stone. L’orchestra del Comunale è diretta dal M° Stefano Squarzina, mentre la direzione musicale è affidata a Shawna Farrell. La regia è di Gianni Marras, la direzione musicale è affidata a Shawna Farrell, mentre le coreografie sono realizzate da Gillian Bruce, che lascia impresso nella memoria dello spettatore soprattutto il frizzante numero corale Doing the Latest Rag, con impeccabili riferimenti ai generi musicali in voga nei primi anni del Novecento. Il musical è in scena in versione originale, con dialoghi tradotti in italiano da Franco Travaglio.

Uscito nel 1997, quasi a ridosso dell’omonimo kolossal di James Cameron con Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, lo spettacolo si discosta profondamente dal film: gli autori - Yeston e Stone - hanno colto nella tragica vicenda del “più grande oggetto mobile al mondo”, l’opportunità di mettere in scena il “passaggio di secolo" della cultura inglese, con il suo rigido sistema classista e l’esaltazione visionaria del progresso tecnologico. In scena, dunque, vengono approfondite le relazioni che intercorrono tra i vari passeggeri e alcune delle loro – specifiche e differenti – storie: la speranza di una vita migliore per i passeggeri di terza classe che emigrano in America; il desiderio dei passeggeri di seconda classe di elevarsi sempre di più nella scala sociale, avvicinandosi a personaggi facoltosi. A questo proposito, si fa notare l’interpretazione di Ileana Pipitone nel ruolo della petulante sognatrice Alice, a cui fa da contraltare il disilluso marito Edgar (Riccardo Sarti): una coppia perfetta di giovani sposini che andranno incontro a un tragico destino.
A dire il vero, l’amore non è un tema particolarmente sviluppato nello spettacolo (non quanto, almeno, lo è nell’omonima versione cinematografica), ma è reso comunque efficace dalla presenza di due coppie, una giovane e l’altra più attempata. Kate Mc Gowen (Federica Laganà) e Jim Farrell (Stefano Limerutti) sono due giovani che provano una simpatia reciproca e vorrebbero sposarsi una volta giunti in America per rafforzarsi reciprocamente nell’affrontare le difficoltà della vita. Isidor e Ida Strauss (Andrea Spina e Barbara Corradini), invece, hanno trascorso insieme una intera vita, e quando la tragedia  li investe, decidono di non separarsi nemmeno di fronte a un tragico destino: intenzione espressa dalla struggente interpretazione del brano Still.

Nell’attesa di vederlo nuovamente  nei panni del “Che”, questa volta accanto a Malika Ayane a interpretare Evita, un'altra convincente prova di Filippo Strocchi nei panni del fuochista Frederick Barrett, giovane pragmatico e di belle speranze.
Ancora una volta, si fa notare Renato Crudo, che nel ruolo del telegrafista Harold Bride, regala al pubblico, con la sua padronanza vocale e scenica, momenti divertenti (The Proposal / The Night Was Alive, primo atto) ed emozionanti (The Foundering, secondo atto).
Brian Boccuni e Alessandro Arcodia, rispettivamente nei ruoli di Thomas Andrews, progettista della “nave dei sogni”, e del capitano Smith, offrono le interpretazioni più complete e toccanti ; sono loro a interrogarsi più degli altri, sulle responsabilità della tragedia, offrendo momenti intensi sia nella recitazione che nel canto. Stessa intensità che si ritrova nelle intepretazioni dell’ufficiale Murdoch (Andrea Giovanni Busato) e dello steward Etches (Roberto Serafini), interpreti, in momenti diversi, del brano To Be a Captain.

Il limite dello spettacolo, proprio per come è concepito, risiede, verosimilmente, nel conoscere a priori la tragica conclusione della vicenda. Ciò si ripercuote nella direzione registica degli interpreti e, in un certo senso, anche nella scenografia, a cura di Giada Abendi: alla trascinante maestosità del lungo numero di apertura – che racchiude un montaggio di sei differenti canzoni – e già rappresenta una sorta di climax, si contrappone l’assoluta mancanza di suspence della chiusura del primo atto (avvistamento e scontro con l’iceberg): l’effetto di trovarsi di fronte all’imponenza del "più grande oggetto mobile al mondo”, così come viene descritto da Andrews e altri nel brano The Largest Floating Object in the World, è emozionante; eppure lo scontro con l’iceberg non viene sottolineato con alcun effetto scenico o variazione nell’illuminazione: tale "assenza" di pathos rimane pressoché inalterata nel corso di tutto il secondo atto, durante il quale la tragedia viene percepita a livello puramente musicale, limitando la partecipazione emotiva del pubblico.
In conclusione, molti applausi per uno spettacolo gradevole, forse gravato da un eccessivo carico di aspettative.

Visto il 13-07-2016
al Comunale - Sala Bibiena di Bologna (BO)