Lirica
TOSCA

Preziosi Magazzini

Preziosi Magazzini

Il Pergolesi riprende l’allestimento di Tosca già andato in scena nel 2008 nella versione ricavata dall’originale dello Sferisterio di Macerata e la cui scenografia sembra quasi troppo grande per il boccascena del teatro ma un'ottima operazione di utilizzo di materiale a disposizione nei preziosi magazzini. Regia, scenografia e costumi sono di Massimo Gasparon e di rispettosa impronta storica. I tre elementi scenici, che ricreano la chiesa di Sant'Andrea della Valle, lo studio di Scarpia e la terrazza di Castel Sant'Angelo, sono molto frontali e lasciano poco palcoscenico ai cantanti. I costumi, ricchi e particolareggiati, rimandano a un Ottocento di nobili ambienti. La regia ha saputo rendere l'andamento della storia in modo teatralmente convincente, senza inutili invenzioni, anche se nel “Te Deum” l’utilizzo della platea per i coristi non è funzionale alla resa canore e, seppure imposto dalla scelta scenografica, la crocifissione di Cavaradossi alla croce di Sant’Andrea pare eccessiva. La Roma di Gasparon è cupa e fastosa, barocca e decadente, neoclassica e romantica, e lo spettacolo affascina e convince.

Antonio Pirolli offre una direzione dai tempi calibrati che rende tutta la teatralità della vicenda. Il Maestro guarda all’Ottocento piuttosto che al Novecento e coglie principalmente gli echi del passato dalla partitura. L'orchestra filarmonica marchigiana lo segue agevolmente, producendo una tinta elegiaca e meno realistica, sia per la larghezza dei tempi che per la morbidezza dei suoni.

Dimitra Theodossiou ha debuttato da poco il ruolo e, dopo molte eroine di forte tempra del giovane Verdi, affronta Tosca con pari impeto cosicché gli acuti suonano come sciabolate e invece il medio ha meno peso di quanto dovrebbe, finendo per perdersi nel grave; il soprano è comunque interprete di esperienza e questa Tosca conquista il palcoscenico e il pubblico nonostante il momento più atteso, “Vissi d'arte”, risenta forse della tensione della cantante e si risolva con alcune imprecisioni. Ci era già piaciuto anni fa nello stesso ruolo e nello stesso teatro Alejandro Roy: il suo Mario conferma voce di bel colore, estesa e omogenea, capace di sfumature e il personaggio è maturato in questi anni nell'interpretazione. Thomas Hall è uno Scarpia freddo e distaccato, razionale e mai impulsivo, imparruccato e incipriato, emblema del passato ma originalmente vestito di bianco anziché del solito nero, comunque simbolo di un potere che sa di sopruso; la voce è corretta ma la pronuncia è troppo americana per affrontare versi e legato in modo apprezzabile. Azzeccati i ruoli di contorno: Fabrizio Beggi (Angelotti), Paolo Orecchia (il Sagrestano), Saverio Pugliese (Spoletta), Giacomo Medici (Sciarrone); con loro Gianni Paci (un carceriere), Ilaria Frenquelli (un pastorello), il coro lirico marchigiano diretto da Carlo Morganti, l’associazione corale dei pueri cantores Zamberletti di Macerata preparata da Gian Luca Paolucci e il coro di voci bianche della scuola musicale Pergolesi preparato da Michele Quagliani.

Visto il 07-11-2014